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Prima un corteo per le strade che percorse dal branco e dalla vittima. Prima la Vucciria, poi corso Vittorio Emanuele per finire alle lamiere che delimitano il quartiere luogo dell’orrore.
“È bastato un semplice passaparola per mettere su ieri un bellissimo e prezioso momento di rabbia collettiva e rumore in solidarietà alla giovane stuprata da sette giovani uomini al Foro Italico e contro il sistema patriarcale che normalizza la violenza di genere e continua a sfornare i suoi figli, uomini per i quali noi non siamo altro che carne da macello, prede da cacciare – dicono gli organizzatori – Un momento in cui ci siamo riconosciute come sorelle e ci siamo riappropriate delle strade e della città senza paura alcuna per dire che siamo libere di viverci come vogliamo e che respingiamo qualsiasi forma di militarizzazione dello spazio pubblico come risposta securitaria perché le strade sicure le facciamo noi che le attraversiamo. Non importa quanto e cosa si è bevuto, cosa indossiamo, dove andiamo, a che ora ci muoviamo per le vie della città, che atteggiamenti abbiamo. Il sesso senza consenso è stupro”.
Ecco cosa è successo:
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