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E così anche a Termini si narra di una bambina di appena quaranta giorni, figlia di tali Giuseppe ed Elisabetta Aidone, che si era gravemente ammalata; e senza che nessun medico riuscisse a trovare una cura, stava per morire a causa di continua febbre alta, vomito, gonfiori al capo e in tutto il corpo.
A questo punto la madre, che aveva saputo dei miracoli operati a Palermo, rivolse una disperata preghiera a Santa Rosalia; e contemporaneamente, come fosse una medicina, fece bere alla figlia un bicchiere d’acqua dentro il quale aveva messo un sassolino preso dal Monte Pellegrino.
Ebbene, dopo quella “cura”, la bambina cominciò subito a migliorare; e in pochi giorni, fra lo stupore dei medici, guarì completamente. Un vecchio testo riporta a tal proposito di come: “…Tale felice successo diè più rinfocolò a devozione i Terminesi inverso la nuova Padrona…”
I Termitani si erano quindi scelti una nuova Patrona; e per poterla degnamente venerare ne chiesero anche una reliquia. Di tale afflato popolare si fece portavoce Don Michelangelo Anfuso, magistrato della città; che, dopo il consenso ottenuto dal Cardinale Doria, il 7 giugno del 1625 andò personalmente a ritirarle al porto di Palermo.
Ancora nel documento storico si legge testualmente che: “…Ricevute le reliquie e chiusele in un vaso d’argento…le depongono per mano dell’Arcidiacono di Termini in un altare che avevano rizzato sulla poppa della nave, la quale veniva scortata da altre dodici navi conciate a festa…”
Così Termini Imerese, per acclamazione popolare, ebbe a votarsi a Santa Rosalia; alla quale, già dallo stesso anno, furono riservati solenni festeggiamenti.
(Nella foto l’affresco del Duomo di Termini che raffigura Santa Rosalia con la inequivocabile specifica di “Patrona”)
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