I comitati fondatori del Coordinamento Regionale sono quelli a tutela dei seguenti ospedali siciliani:
Il Coordinamento è aperto all’adesione di altri comitati spontanei già costituiti o costituendi a tutela e difesa degli ospedali isolani che soffrono le ricorrenti gravi carenze di personale (soprattutto di dirigenti medici), di locali adeguati e a norma e, talvolta, di strumentistica diagnostica.
Come primo atto, il Coordinamento ha condiviso e diffuso un documento che contiene precise e puntuali richieste alla classe politica siciliana e agli organi istituzionali competenti in materia di governance della salute pubblica regionale.
Nel documento si parla di “preoccupante deriva del Sistema Sanitario Regionale Siciliano, che in molti territori non esprime e non realizza più principi cardine, quali la globalità delle prestazioni, l’universalità dei destinatari, l’uguaglianza di trattamento e l’equità”.
Si parla inoltre dell’ “osservanza e rispetto dei Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP) e dei Livelli Essenziali dell’Assistenza (LEA)”, tenuto conto che “molti ospedali, da sempre importanti e irrinunciabili presidi a tutela della salute della popolazione residente, sono stati
depotenziati da politiche che possiamo definire di de-ospedalizzazione”
“Occorre ridare” -prosegue il documento del Coordinamento– “la dignità perduta a tutti i nosocomi, sottomessi anche alla logica economicistica dei tecnocrati”.
Infine, il Coordinamento Regionale dei Comitati per il Diritto alla Salute Regione Sicilia formula le proposte che di seguito si riportano testualmente:
-la nomina in tempi rapidi dei nuovi direttori generali delle ASP;
-le immediate e definitive disposizioni per la garanzia dei livelli essenziali di assistenza nel sistema dell’emergenza-urgenza negli ospedali;
-le disposizioni per l’istituzione dei Dipartimenti interaziendali di anestesia e rianimazione e per altre aree dei diversi comparti;
-l’aumento del monte ore per gli specialisti ambulatoriali territoriali, accrescendo così l’offerta specialistica, che si rifletterebbe positivamente nel limitare gli accessi impropri in pronto soccorso; -la stabilizzazione del personale precario;
-l’utilizzo con contratti a ore di personale sanitario volontario in quiescenza;
-il rispetto dei parametri del D.M. n 70 2015.
FONTE
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