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Una circostanza assurda ed una tragedia immane che molti stanno ancora faticando di accettare avvenuta lungo quel percorso quotidianamente attraversato e comune a più madoniti,fatto di curve e rettilinee, di strade provinciali, che Matteo conosceva a memoria e varcava sempre, ogni giorno, abitualmente, per recarsi nella sua campagna dove lungo il tragitto ha trovato la morte, dove non ci sono stati i soliti raggi di sole del pomeriggio, ma un vuoto ed un buio tenebroso, il silenzio spento, di un pomeriggio di luglio, in un’estate che stava ancora per sbucciare.
Il suo paese ha raccolto ogni ricordo di lui, della sua semplicità e simpatia, del suo valore, del suo lavoro onesto. Questo dramma non dà pace perché Matteo avrebbe avuto diritto di vivere a lungo la sua vita e tanti momenti felici con le persone che amava. Avrebbe dovuto veder crescere la sua piccola Mariangela.
Non ci sono ragioni e non si trovano parole per questi accadimenti così terribili che sconvolgono, dove si spezzano bruscamente delle vite, e non restano che sola amarezza tristezza, tanta rabbia , ci si sente piccoli, impotenti. Un borgo, un paese con un numero esiguo di abitanti, è proprio come una piccola famiglia dove ci si conosce tutti e dove ci si vorrebbe sempre proteggere. Si resta spiazzati nel ricevere notizie che per giorni, come è accaduto a Geraci, hanno creato sconvolgimento nelle anime affrante della gente, nei ritmi di una giornata qualunque che ha segnato un’esistenza.
Sia la piazza ed il Corso di Geraci, in questi giorni, è come se avessero vissuto a luci spente, nel composto e riservato pensiero stretto rivolto alla famiglia Zangara. Tutto è accaduto nella settimana dedicata alla Madonna dell’Annunziata e, pertanto, si chiede una preghiera accorata affinché Maria possa accogliere la sua anima benevola in Paradiso tra le braccia del Padre.
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