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Ci sono tre progetti pilota che, da circa un anno, fanno da “cavia” ad un sistema intelligente di deumidificazione elettrofisica non invasiva basato su archetettura fog.computeringe Thermal imagining. Un progetto che vede in primo piano il Dipartimento di Ingegneria dell’Università di Palermo che, da anni, studia questi sistemi attraverso la collaborazione con alcune aziende del settore.
Il dispositivo agisce attraverso una bassa frequenza elettromagnetica. E’ una tecnologia già utilizzata per altre funzioni ma che l’Università ha studiato e applicato, attraverso una meticolosa ricerca, indirizzandola verso quelle strutture storiche che hanno bisogno di interventi per scongiurare, nel tempo, danni arrecati dall’umidità. Con l’ausilio di due scatolette da applicare alle pareti già si sono ottenuti risultati importanti e rilevanti nei tre progetti pilota scelti: castello Lanza Branciforte di Trabia, l’Orto Botanico di Palermo e A.D.Service di Bagheria che si occupa della conservazione di atti amministrativi.
Il sistema innovativo è stato presentato al convegno, che si è svolto all’hotel Tonnara di Trabia, a conclusione della fase progettuale e nel contempo sperimentale. “Attraverso questo sistema – dice Giuseppe Aiello docente del Dipartimento di Ingegneria e responsabile scientifico del progetto Digidel– è possibile operare un azione di risanamento sulle strutture. E’ un fenomeno molto diffuso quello dell’umidità nelle strutture civili e soprattutto nei fabbricati storico-culturali. Tutto questo è importante per preservare documenti e raccolte storiche presenti e questa tecnica di deumidificazione, grazie alla ricerca effettuata dal nostro Dipartimento, ha consentito il miglioramento dei sistemi, già esistenti, consentendo un effettivo risparmio sui costi di manutenzione della struttura. Sotto l’aspetto scientifico ha avuto sicuramente un valore rilevante anche perchè, mediante le camere plurispettrali, si sono raccolti importati dati, in questo anno di sperimentazione e si è potuto capire tutto quello che avviene in un microclima specifico all’interno delle stesse strutture. All’interno di questi dispositivi è anche possibile con un semplice telefonino visionare i dati acquisiti sia nel passato che nel presente attraverso un sistema autocontrollato dove possono essere raccolte informazioni e analizzate successivamente, monitorando il processo di deumidificazione negli anni”. Al progetto hanno partecipato anche alcune società tra cui la SKM, azienda capofila.
“Sicuramente per la nostra azienda – dice Laura Galioto- amministratore unico- è un traguardo importante. Lavoriamo in questo settore cercando di sviluppare tali dispositivi, in questi anni per eliminare l’umidità di risalita. Siamo contenti di aver partecipato a questo progetto e insieme all’Università abbiamo sperimentato, per tre anni, nuovi modelli monitorando sia l’umidità muraria che ambientale. E’ una tecnologia innovativa questa che sicuramente per quanto riguarda i siti storici e culturali sarà di fondamentale importanza per preservare i beni conservati nelle strutture”.
Il progetto DIGIDEL è stato sviluppato nell’ambito del PO FESR 2014/20 – azione 1.1.15. “Sostegno all’avanzamento tecnonoligco delle imprese attraverso il finanziamento di linee pilota e azioni di validazione precoce dei prodotti e di dimostrazione su larga scala”.
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