Tra le 81 vittime, sette sono siciliani della provincia di Palermo.
Le sorelle Marfisi, Daniela (10 anni) e Tiziana (5 anni) e i nonni materni Marianna Siracusa (61 anni) e Paolo Licata (71 anni, Marasciallo in pensione Gdf) che si erano recati a Mantova a prendere le nipoti per portarle in vacanza. Figlie di Enzo Marfisi (medico) e Dina Licata che le avrebbero raggiunte qualche giorno dopo in Sicilia. Tutti termitani.
«Un grazie infinite alla associazione Lions Club Termini Imerese Host – afferma il fratello di Daniela e Tiziana, Lorenzo Marfisi – La commemorazione odierna è una importante vittoria che ahimè, si erge su un letto di innumerevoli sconfitte fatte di menzogne e depistaggi. La vostra iniziativa colma di affetto il mio cuore e quello di mio padre, mia madre sarebbe stata felicissima. Io purtroppo, e allo stesso tempo per fortuna, non ho conosciuto le mie sorelle Daniela e Tiziana ed i miei nonni materni Anna e Paolo che il 27 giugno del 1980 presero il volo Bologna-Palermo e furono vittime innocenti di un episodio di guerra tra americani, francesi e libici. Fin da bambino ho preso consapevolezza del grande dolore dei miei genitori e in maniera fisiologica ho sofferto e soffro anch’io».
«La sera del 27 giugno di 43 anni or sono venne scritta una delle pagine più dolorose e buie della nostra recente storia. Un aereo di linea in viaggio da Bologna a Palermo, con 81 persone a bordo, di cui 13 bambini, precipitò nel mare vicino Ustica senza lasciare scampo a nessuno.
Fu una tragedia immane. La Repubblica è vicina ai familiari delle vittime ed è partecipe del loro insuperabile dolore.
La memoria continua a sollecitare solidarietà e impegno comune. Quando avvenne la tragedia, una cappa oscurò circostanze e responsabilità. Fu difficile aprire varchi alla verità sulla strage; anche a causa di opacità e ambiguità.
L’impegno dei familiari è stato prezioso. Alla loro tenacia e alla professionalità di donne e uomini delle istituzioni si devono i passi avanti compiuti per smentire l’ipotesi iniziale di un cedimento strutturale del velivolo e ricostruire la dinamica degli eventi.
Una completa verità non è stata pienamente raggiunta nelle sedi proprie e questo rappresenta ancora una ferita per la sensibilità dei cittadini. I risultati ottenuti spingono a non desistere, a ricercare i tasselli mancanti, a superare le contraddizioni e rispondere così al bisogno di verità e giustizia».
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