Cerda: presentazione del nuovo libro di Romano Bosich “Non capivo”

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Si presenterà a Cerda il 24 giugno presso l’Istituto Comprensivo “Luigi Pirandello ” l’ultimo lavoro di Romano Bosich.

Ecco l’intervista all’autore del libro “Non capivo”.

Partiamo dal titolo “Non capivo” che già incuriosisce
Romano Bosich – Non capivo è stata per molto tempo la sensazione ricorrente della mia infanzia. Come racconto nel libro mi stavano succedendo cose che io, all’epoca meno di 6 anni, proprio non capivo e che nessuno, in casa, mi spiegava, volutamente, per salvaguardarmi (questo lo capii dopo).

Quando è nata la volontà di mettere su carta i tuoi ricordi e la sua storia che ci parla dell’esodo dalla Jugoslavia della vostra famiglia nel 1956?

Romano Bosich – In effetti tutto nasce da mio fratello Renato che all’epoca della partenza da Pola aveva 19 anni e che non ha mai dimenticato la nostra città di origine, che era Italia quando è nato lui, Jugoslavia quando sono nato io, ora è Croazia.. Lui aveva iniziato a mettere nero su bianco ciò che sapeva e aveva vissuto e per anni e, con una tenacia incredibile, ha ricercato e documentato le origini e la storia dell’intera famiglia, insistendo nel coinvolgermi, ma io per molto tempo non ho voluto occuparmene, non mi interessava. Poi in età matura iniziammo a collaborare, purtroppo lui mancò e mi ritrovai coi suoi appunti e un progetto da portare a termine, ma ancora non ero pronto

Cosa succede quindi che ti fa cambiare idea?
Romano Bosich – Tutto inizia nel 2018, quando sono andato a Pola da mia nipote. C’ero stato diverse volte nel corso della vita, da ragazzo coi genitori, anche da adulto con mia moglie e le figlie, ma sempre da turista e senza nessun condizionamento emozionale.

E cosa scatta nel 2018?
Romano Bosich – Avviene una cosa stranissima, rivedo i posti come se fossi ancora bambino e mi rivedo nelle strade, con la nonna, con mio padre. Passare davanti a quella che era stata casa mia questa volta mi turba, mi emoziona moltissimo. Sono come bloccato da questa condizione per me nuova. E allora rivedo i miei appunti, quelli di Renato e riprendo in mano il nostro progetto, che esce così, scomposto e liberatorio, non senza sorprese.

A cosa ti riferisci?
Romano Bosich – Mi riferisco alla figura di mio padre, così indecifrabile e austero che alla fine riesco a comprendere e di cui ora capisco certi atteggiamenti, certi silenzi. Sicuramente una sorpresa anche per me alla luce di certi documenti ritrovati.

Hai presentato il tuo libro in Istria in diverse città, partendo da Pola, perché?
Romano Bosich – Ho cercato, e mi hanno offerto l’occasione, di partire con le presentazioni del libro proprio dalla mia città, in Istria, dove tutto è cominciato, come a riprendere quel filo interrotto.
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