Quella di Sant’Antonio è una delle poche ricorrenze religiose che tutt’ora a Termini Imerese conserva il suo immutato fascino. Il santo di Padova infatti, e per volontà popolare, sin da remoti tempi ne fu anche acclamato Patrono; ed il popolo termitano a lui si affida con fede per invocarne intercessione e favori.
“…Si cerchi miraculi, purtenti e favuri, stu santu in tutt’uri na fattu e ni fa..”
E’ questo infatti il vecchio canto in lingua siciliana che nel corso della tredicina tutti ancora rivolgono al santo taumaturgo. Quella di Sant’Antonio è una delle feste più antiche che si svolge a Termini Imerese; e di questo culto si hanno notizie certe sin dal 1675 anno in cui durante il Capitolo della Provincia Riformata del Vallo di Mazara, venne deciso che proprio a Termini la pregevole statua in legno che raffigurava il santo di Padova, doveva essere esposta ben in vista ed al centro della chiesa; ovvero sopra una impalcatura di legno e con tante luminarie.
A Termini il santo, e lo si vede in foto con la esplicita qualifica di “Patronus”, è pure raffigurato in una delle lunette della nostra Madrice. A Lui peraltro, cosa che difficilmente si riscontra in altre città non grandi, oltre alla chiesa che tutti conosciamo nell’omonimo quartiere, ne venne intitolata anche un’altra nella parte bassa di Termini, ovvero nella popolare via dei Bagni. Una ulteriore bella immagine del santo, anch’essa oggetto di speciali preghiere, era situata pure in una suggestiva cappella sul ponticello medievale che attaversa il torrente Barratina, oggi oggetto di restauro. Per onorare degnamente il santo, il 3 giugno del 1945 veniva pure ricostituita la antica confraternita, che in realtà esisteva già in passato, e che con una sua artistica vara, ormai scomparsa, curava i festeggiamenti e la relativa processione.
(Nelle due foto che sotto vi proponiamo si vedono l’affresco del Santo nella nostra chiesa Madre, e l’interno della chiesa di Sant’Antonio a fine anni cinquanta, nel giorno della festa. Si noti bene in questa foto le donne che ancora portavano in testa il velo scuro, e sulla sinistra il piccolo pulpito che nel giorno della festa veniva portato sul sagrato dove, al rientro della processione il sacerdote faceva la predica).