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«Comprendo le loro ragioni – prosegue Sammartino – e voglio dire ai nostri produttori che la Regione è concretamente impegnata per andare loro incontro. Si tratta di una vicenda che, tra l’altro, ha anche risvolti di ordine sanitario, oltre che economici. In quest’ottica, circa un mese fa, su mio input, sono ripresi i controlli sulla qualità del grano duro importato nell’Isola, in collaborazione con il Noras e l’assessorato regionale del Territorio e dell’ambiente. Controlli necessari per tutelare i nostri produttori dalla concorrenza sleale che deriva da un prodotto di scarsa qualità, che potrebbe essere pericoloso per la salute dei consumatori, e con un conseguente prezzo molto più basso. Quello della produzione cerealicola è un settore già piegato dal caro energia che adesso rischia di ricevere il colpo di grazia da una dinamica che non ha nulla a che vedere con la logica del mercato».
«La nostra regione è il secondo produttore italiano, con una tipologia di grano particolarmente consigliata, per le sue proprietà, in una dieta equilibrata e sana come quella mediterranea. Il modello di sviluppo che dobbiamo promuovere per valorizzare le produzioni d’eccellenza siciliane – conclude l’assessore – è quello della filiera. Il grano duro siciliano rappresenta una vera e propria avanguardia da questo punto di vista, integrando ricerca, innovazione tecnologica e attività di trasformazione».
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