Termini Imerese: alla chiesa Madre si sentono bestemmie

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Ebbene si; accadeva per davvero e di tale problema si fecero carico i nostri amministratori a cui il clero si era rivolto. Dovete sapere che fino alla metà dell’ottocento, le carceri di Termini Imerese si trovavano al piano basso del nostro comune, e vi erano rinchiusi delinquenti di ogni genere.

Il luogo è quello che oggi ospita gli uffici del protocollo e vi erano anguste finestre che davano sia sul lato della chiesa Madre sia sulla parte opposta prossima alla chiesa, allora ancora attiva, di San Francesco d’Assisi.

Ma, come mia consuetudine, facciamo parlare le carte che ben ci riportano ciò di cui vi sto parlando. Ecco in particolare cose c’è scritto:

“…La ristrettezza del locale, l’affollamento dei carcerati e la poca ventilazione fanno spesso respirare un’aria cattiva da mettere in pericolo la salute di tanti infelici; e le malattie infatti sono frequenti senza che possano farsi le opportune cure per mancanza di uno spedale che inevitabilmente deve unirsi alle prigioni. Manca una camera dove possono mettersi le donne che si tengono in una stanza strettissima ove appena possono stare in piedi; manca una sufficiente cucina, manca una decente camera per la Cappella, e così manca tutto e tutto è scomodo. La posizione delle prigioni non è meno infelice per le grate vicinissime da un lato alla Maggior Chiesa, e dall’altro alla chiesa di San Francesco; e spesso avviene che le funzioni sacre sono disturbate dalle bestemmie e dai canti osceni che vengono dalle prigioni e che fanno orrore ai fedeli…”

Tutto mi pare quindi chiaro; prigioni strettissime dove, stando sempre al documento, c’erano spesso più di cento carcerati e quasi mischiati fra uomini e donne; inoltre bestemmie e canzoni oscene che arrivavano fino in chiesa e venivano ascoltate distintamente anche durante le Sante Messe. – Insomma un racconto che potremmo definire quasi tragico e che mi piace riportarvi perché narra un altro pezzo di storia popolare della nostra città di cui sicuramente tanti di voi non erano a conoscenza.
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