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L’opera considerata di “interesse strategico nazionale” rientra nel progetto di conversione della Sicilia, insieme alla Sardegna, in hub da cui estrarre energia – tramite l’istallazione di ettari di pannelli solari e pale eoliche – da esportare in Nord Italia. Il paradosso di questo progetto è incredibile. Un’opera spacciata per green, per la transizione ecologica, che per la comodità di un colosso dell’energia viene fatta estirpando 1600 alberi e cementificando un’area enorme.
A pochi km di distanza, infatti, ci sono migliaia di metri quadrati di capannoni vuoti nella ormai quasi del tutto dismessa zona industriale, ma gli interessi di Terna scavalcano evidentemente qualsiasi principio di ragionevolezza.
Tutto questo era evitabile. Si era svolta una consultazione pubblica sulla questione che prevedeva la localizzazione degli interventi nella zona industriale. Erano state presentate diverse alternative. Perché poi è stato deliberato esattamente il contrario? A cosa è servita la consultazione pubblica?
Ora gli ulivi sono stati ripiantati in c.da S.Onofrio, in un terreno comunale. Ma per gli abitanti del luogo, ormai il posto appare come un «immenso, desolante cimitero».
Alberi maestosi che erano disposti a otto-dieci metri l’uno dall’altro, sono stati ammassati a meno di cinque metri, come fossero degli alberelli. Tutto ciò è il segno tangibile di quanto sia basso il livello di considerazione delle risorse del nostro territorio. Non possiamo continuare a tollerare quest’atteggiamento di arroganza ed indifferenza per le risorse del nostro territorio. Gli abitanti promettono battaglia. È ancora possibile fermare questo scempio, e la comunità è decisa a lottare per difendere Termini dalla cementificazione e dagli interessi del colosso dell’energia.
Comitato Città-Porto per un futuro sostenibile
LA REPLICA DI TERNA
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