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Questo tipo di aggregazioni erano sorte in Italia sul finire dell’ottocento, con lo scopo principale di fornire assistenza ai salariati, ma anche di dar loro opportunità per integrarsi e socializzare. Quella di Termini aprì i battenti nel mese di settembre del 1916 e, da quel che si evince dal documento, aveva la sua sede nella parte bassa della città, e precisamente in via Vittorio Emanuele.
Le sue funzioni erano molteplici; la possiamo infatti immaginare come simile ad un patronato, ma anche ad una Società di Mutuo Soccorso o a un centro culturale. Ma vediamo nel dettaglio cosa testualmente riporta il documento in questione nel quale il presidente della “Casa” comunica al Municipio e quindi al sindaco della città, che in quell’anno era l’Avv. Antonio Tirrito, proprio della sua apertura.
Ecco il testo: “….La Casa del Popolo dei Lavoratori istituita a Termini Imerese e circondario si pregia informare la S.V. Ill.ma che la sua sede è stata aperta nel Corso Vittorio Emmanuele n° 85-87 ed ha per iscopo l’emancipazione economica intellettuale e morale dei lavoratori salariati ed il Mutuo Soccorso. Nel caso di corrispondenza richiesta di operai, vertenze e altro, potrà rivolgersi alla Commissione Esecutiva od al Segretario con ufficio nella detta sede…”
Sicuramente interessante quindi quest’altro episodio che ci da una ulteriore prospettiva sullo scorrere della vita termitana agli inizi del XX° secolo e prima dell’avvento del fascismo.
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