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Un appuntamento immancabile e molto atteso per molti religiosi. Davvero tante le presenze che anche quest’anno, con fasci di rose da Piazza delle stigmate fino all’ingresso della chiesetta, sono accorsi per la benedizione di questo fiore che ricorda il miracolo più famoso di Santa Rita e ne è simbolo.
File di fedeli instancabili hanno pazientemente aspettato il loro turno per poter entrare senza accalcarsi eccessivamente guidati da volontari che hanno gestito la folla in transito per una personale preghiera e per ascoltare le parole del parroco raccogliendo una frase, rintracciando una parola significativa da tenere custodita, appresa in quel luogo sacro e caro a tanti che può avere il suo fondamentale e particolare valore.
Altre poi file le file disposte vicino l’altare, radunate in compostezza per potersi avvicinare al simulacro della Santa e volgere una preghiera intima e riservata. Ma altrettante massicce le file del lato esterno, nel chiostro per le benedizioni delle rose e per le confessioni nel chiostro, o di coloro che hanno trovato posto per seguire la Messa dal maxischermo. Un momento che racchiude ancora, fortunatamente, una fede molto profonda ed accesa, una devozione che si tramanda, che ha fortunatamente ancora la sua importanza ed è davvero molto sentita in questi tempi di lontananza e perdizione dal senso religioso, dallo scetticismo, dall’apatia.
Sono diversi che chiedono grazie alla santa di Cascia conosciuta per le situazioni impossibili e disperate e per i bisogni repellenti. Quella fede che è una fiamma viva nel cuore di chi sa rendersi umile affidando ogni situazione, avversità in mani più grandi benedette dal cielo.
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