Palermo, 22 maggio 2023 –“Non è Alta Velocità, ma questa non è neanche
Alta Capacità. Non tutta la linea Palermo-Catania-Messina, infatti, è
percorribile a 200 km/h. Il governo regionale ha chiesto al ministro
delle Infrastrutture, Matteo Salvini, di integrare il progetto affinché
la Sicilia abbia almeno un’intera Alta Capacità che aiuti i siciliani a
uscire dall’isolamento e a raggiungere il più velocemente possibile il
Ponte sullo Stretto e il resto d’Italia”. Lo ha detto l’assessore
regionale alle Infrastrutture, Alessandro Aricò, intervenendo presso la
sede di Ance Sicilia ad un confronto con il dirigente generale del
Dipartimento regionale Tecnico, i capi dei Geni civili, i capi degli
uffici tecnici comunali, imprenditori e professionisti, sulla riforma
del Codice degli appalti.
Aricò ha spiegato: “Quando ci siamo insediati, abbiamo guardato il
progetto della Palermo-Catania-Messina approvato in precedenza, e ci
siamo accorti che in alcuni tratti non verrà verrà realizzata una doppia
nuova linea con struttura adeguata alla velocità superiore, ma solo una
nuova linea adeguata accanto a quella preesistente che verrà
ristrutturata, ma che non potrà reggere queste sollecitazioni. Quindi in
questi tratti i treni andranno più lentamente. Poi ci siamo accorti – ha
proseguito – che le sagome delle gallerie attuali consentiranno una
velocità massima di 120 km/h. In ogni galleria, quindi, si impiegheranno
in media 4 minuti in più, per un totale di 40 minuti in più sull’intera
linea. Abbiamo fatto presente al ministro Salvini, che ha condiviso la
nostra posizione, che spendendo per le gallerie appena alcune centinaia
di milioni in più su un totale di 11,5 miliardi che si stanno spendendo,
si risparmierebbero 40 minuti di viaggio. Arrivare a Catania in 80
minuti è sempre meglio di 120”.
“Abbiamo accolto con favore la richiesta di Ance Sicilia al ministro
Raffaele Fitto – ha detto poi Aricò – di assegnare alla Sicilia 10
miliardi per le infrastrutture strategiche. E’, infatti, anche la
richiesta del governo regionale per completare il lavoro fin qui
realizzato con la Palermo-Catania-Messina e con la riesumazione del
Ponte sullo Stretto. Infatti, perché tutto ciò abbia un senso, al Ponte
bisogna arrivarci velocemente e da tutta l’Isola”.
Rispetto, quindi, alla necessità di recepire in Sicilia entro il
prossimo 30 giugno la Riforma degli appalti che entrerà in vigore l’1
luglio, pena il vuoto normativo in materia nell’Isola, Aricò ha
annunciato: “Abbiamo già preparato, con il Dipartimento regionale
Tecnico, il testo di legge di recepimento del Nuovo Codice degli
appalti. La prossima settimana, avuto il parere della Ragioneria
generale, lo porteremo in Giunta, quindi incontreremo le associazioni di
categoria e i sindacati per un confronto sul merito che, spero, ci aiuti
ad ottenere un testo migliore di quello varato da altre Regioni, il
tutto prima di trasmetterlo all’Ars”.
“Ricorrendo all’Autonomia statutaria – ha anticipato l’assessore – ,
abbiamo previsto un testo che si incastra con quello nazionale inserendo
alcune modifiche migliorative. Ad esempio, vi anticipo che gli Urega
coesisteranno con la Centrale unica di committenza, cambieranno solo
nome, da Uffici regionali gare a Uffici regionali di committenza. Sugli
Urega siamo stati antesignani nel 2006, siamo stati i primi in Italia ad
istituire quella che poi è diventata la Centrale unica di committenza
per gli appalti, hanno funzionato bene e intendiamo salvaguardare
esperienze e know-how”.
Per un problema che sembra avviarsi a soluzione, se ne presenta uno
nuovo. A margine del convegno, si è riunita, sempre presso la sede di
Ance Sicilia a Palermo, la Commissione referente Opere pubbliche
dell’Ance nazionale, presieduta dal vicepresidente nazionale Luigi
Schiavo, che, nell’esaminare i vari aspetti legati al nuovo Codice degli
appalti, si è soffermata anche sul fatto che lo scorso 10 maggio è
scaduto il mandato triennale della terna che gestisce la Struttura del
Commissario unico per la depurazione, che sta attuando circa 100
interventi per un costo di oltre 3 miliardi di euro, di cui 67 in
Sicilia per oltre 2 miliardi di euro di investimenti.
Adesso, come ha evidenziato la Commissione, il fatto che non si sia
ancora formalizzata la nomina di una nuova terna, mediante decreto del
presidente del Consiglio dei ministri su proposta dei ministri
dell’Ambiente e del Sud, mette a rischio la prosecuzione dei numerosi
cantieri in corso, ma anche l’avvio delle nuove gare che erano in
procinto di essere pubblicate, ciò a causa della mancata nomina del
nuovo Commissario. Con l’aggravante, ha aggiunto la Commissione, che se
gli avvisi non saranno pubblicati entro il 30 giugno, l’entrata in
vigore del nuovo Codice degli appalti renderà obbligatorio l’adeguamento
di tutti i documenti di gara alle nuove norme. In pratica, si dovrebbe
rifare daccapo l’intero iter.
Per questo motivo, la Commissione e Ance Sicilia chiedono al governo
nazionale di nominare al più presto la nuova terna commissariale. In
Sicilia questa situazione mette a rischio ben 16 gare per un valore di
oltre 250 milioni. Tutto questo mentre l’Italia è sottoposta a procedure
di infrazione dell’Ue, per lo più a causa della carenza di depurazione
proprio in Sicilia, per le quali paga ogni giorno a Bruxelles una multa
di 106mila euro al giorno.
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