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Monsignor Bucaro (arcidiocesi Palermo): «Approfondendo scientificamente l’ortus conclusus si possono realizzare interventi a livello nazionale con la Cei»
«Per Termini Imerese ho un’attenzione particolare. Questi ragazzi e queste ragazze mi hanno entusiasmato molto. Vanno sostenuti perché un’idea del genere è molto innovativa all’interno di una visione del bello della natura. Ragazzi, se approfondite scientificamente l’ortus conclusus possiamo fare interventi a livello nazionale con la Cei (Conferenza episcopale italiana). Bisogna approfondire bene il tema».
Queste le parole di monsignor Giuseppe Bucaro, direttore dell’ufficio dei beni culturali dell’ arcidiocesi di Palermo in occasione della presentazione alla cittadinanza del resoconto del progetto “Riattiviamu stu jardinu”, curato dagli architetti Dario Annolino e Duilio Laquidara e l’agronomo Manfredi Catanese, soci di HimerAzione, svolta nel giardino della chiesa Maria Santissima Annunziata.
Grazie alla proposta presentata dai due professionisti è stato vinto un bando regionale del valore di 12mila euro. Il giardino è anche protagonista del “Presepe Vivente” di Termini Imerese, una delle manifestazioni più importanti del territorio che ogni anno vanta più di 10 mila presenze. «Vorrei, inoltre, lanciare un’iniziativa molto interessare con l’obiettivo di far conoscere le bellezze della vostra città – aggiunge Bucaro – Organizzare una mostra di alcune opere d’arte termitane al monastero di Santa Caterina di Palermo, diventato negli ultimi anni una “star”, che registra un grande numero di visitatori provenienti da ogni parte del mondo. In questo modo si potrebbe trasformare la nostra bellezza anche in economia». Durante l’incontro, le novità provenienti dall’arcidiocesi non sono finite. «Voglio condividere con voi una notizia davvero importante. In questi mesi si stanno svolgendo alcune indagini su un’opera termitana e, probabilmente, questa non risale al 1600, bensì al 1300. In futuro sono disponibile a collaborare con l’associazione termitana – conclude Bucaro – La città di Termini Imerese merita questa possibilità».
«È una grande emozione essere qui, oggi – commenta la sindaca di Termini Imerese, Maria Terranova – è uno spettacolo non solo vedere il giardino riqualificato ma anche l’impegno di non solo di giovani impegnati professionalmente ma a favore della riqualificazione, valorizzazione e promozione turistica del territorio. Questo progetto nasce da un avviso di democrazia partecipata e l’altro giorno leggevamo la notizia che sono 139 i Comuni siciliani sanzionati dalla Regione per non aver speso, o aver speso solo parzialmente, questi fondi. Tra l’altro il record lo detengono le province di Palermo e Messina. Ma Termini Imerese si è distinta. Trattandosi di progetti di democrazia partecipata – ha aggiunto la prima cittadina – il progetto è stato voluto e votato fortemente dalla cittadinanza. Speriamo si possa continuare così e che tanti cittadini seguano l’esempio dei ragazzi e delle ragazze di HimerAzione. Un ringraziamento particolare va al presidente Francesco Marramaldo. Adesso inizieranno tanti eventi portati avanti dall’associazione fino a settembre. Questi si aggiungeranno a quelli organizzati dalle altre associazioni della città. Termini Imerese inizia a risvegliarsi. È un percorso verso la bellezza che stiamo continuando tutti insieme come comunità a portare avanti».
«Uno degli obiettivi del progetto è quello di riaprirlo il più possibile – spiegano gli architetti Duilio Laquidara e Dario Annolino responsabili del progetto “RiAttiviamo stu jardinu” – Per renderci conto di quanto un luogo appartenga alla propria cultura, bisogna viverlo. Per questo parliamo di riattivazione e non solo di riqualificazione. Lo scopo principale è attivare nuovi processi culturali e turistici. Attraverso i fondi di democrazia partecipata abbiamo manutenzionato e ampliato l’impianto elettrico. Avendo un impianto elettrico funzionante, adesso è possibile organizzare particolari attività. Abbiamo installato l’impianto irriguo e arricchito il giardino con piante arboree. C’è un grande riferimento alla religione cristiana – continuano i due professionisti – il giardino rappresenta il grembo materno che protegge il bambino Gesù, proprio perché è circondato da mura. Tutta la chiesa è basata su una narrazione mariana e richiama il giardino dell’Eden».
Per noi è stato importante riqualificare questo luogo perché rappresenta la parte storica della città, nasce nel cuore pulsante di Termini Imerese, ovvero nel quartiere Rocchecelle – chiosa il presidente di HimerAzione, Francesco Marramaldo – Per noi è fondamentale restituire questo luogo ai cittadini, renderlo visibile soprattutto ai turisti e alle persone del circondario che, molto spesso, passano da qui in cerca di angoli da scoprire e trovano le porte chiuse o non hanno la possibilità di accedere».
Nella seconda parte dell’evento, Davide Parlato, socio di HimerAzione, ha letto alcune poesie da lui scritte. Gaia ed Elisabetta Cipolla hanno raccontato la nascita e lo sviluppo del logo di “Balāt-Art” – Il quartiere delle balate, festival organizzato nel quartiere delle Rocchecelle (piccole rocche), il cui programma è stato presentato subito dopo da Antonio Panzica. La kermesse si aprirà il 13 e 14 maggio con lo spettacolo A-Mors. Ultimo appuntamento il 3 settembre con un’estemporanea di pittura a cura di Gaia ed Elisabetta Cipolla, Dario Annolino e Duilio Laquidara.
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