E’ successo nel Messinese. Con l’accusa di lesioni personali aggravate i carabinieri hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di un 65enne di Barcellona Pozzo di Gotto. La donna dopo l’aggressione era stata trasportata al Policlinico universitario di Messina per essere medicata. I militari dell’Arma nell’abitazione dell’indagato hanno sequestrato alcuni indumenti con evidenti segni di deterioramento riconducibili al contatto con la sostanza corrosiva. Ulteriori conferme investigative sull’ipotesi che l’uomo avesse lanciato l’acido per sfigurare la vittima sono arrivate anche dalle analisi dei filmati estrapolati da un sistema di videosorveglianza. In pratica è stata accertata la presenza del 65enne proprio nell’arco temporale in cui avvenne l’aggressione.
Ad intervenire i carabinieri della stazione di San Filippo del Mela che hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari. Applicato anche il braccialetto elettronico. Ad emettere il provvedimento il Gip del tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto, su richiesta della locale Procura. Il 65enne barcellonese, già noto alle forze dell’ordine, è ritenuto responsabile di lesioni personali aggravate nei confronti di una donna di 66 anni.
Il provvedimento cautelare scaturisce dagli esiti delle indagini svolte dai carabinieri della compagnia di Milazzo, a seguito delle lesioni subite da una donna di San Filippo del Mela. Episodio che si era verificato la sera di Pasqua ma che non era mai emerso nelle cronache. I militari dell’Arma hanno fatto leva sulle dichiarazioni rese dalla vittima e da alcuni testimoni. Era emersa una marcata ostilità dell’indagato nei confronti della donna, alla quale addebitava la rottura della propria relazione con la moglie, cugina della vittima.
Nel corso delle successive indagini, i carabinieri procedevano alla perquisizione dell’abitazione dell’indagato. Ed hanno rinvenuto e sequestrato gli indumenti indossati dall’uomo nel momento in cui lanciò l’acido. In particolare le scarpe presentavano evidenti segni di deterioramento riconducibili a contatto con l’acido. Inoltre, dalla visione e dalle analisi dei filmati di videosorveglianza è stata accertata la presenza del 66enne proprio nell’arco temporale in cui era avvenuta l’aggressione.
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