3.Fatti del giorno

Termini Imerese, la porta Girgenti e la propaganda Fascista

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Probabilmente in tanti non se ne saranno mai accorti, ma sulle mura in pietra tufacea della antica Porta Girgenti, meglio nota come Porta di Caccamo, sono ancora oggi visibili, se pur ormai sbiadite, due tipiche scritte della propaganda fascista. Furono fatte tra il 1936 ed il 1937 e posso anche darvi il nome del negozio dove, al costo di lire sessanta, furono comprate le vernici; ovvero tale Angelo D’Andrea che aveva la sua bottega in via Vittorio Amedeo.
La più evidente è quella che recita: “Credere, obbedire, combattere”; frase il cui chiaro intento era quello di incitare gli italiani a credere nel fascismo e nel Duce, obbedire agli ordini senza pensare di poterli contestare, e combattere contro qualsiasi nemico del regime.
Di fatto si trattava del motto che si era data la Gioventù Italiana del Littorio che anche nella nostra città aveva in quegli anni parecchi attivisti.
Sull’altro lato della porta oggi attraversata dalla via Vittorio Amedeo, si legge invece l’altra scritta “Molti nemici molto onore”; anch’essa di particolare impatto “mediatico”.
Si tratta in effetti di una frase sulle cui reali origini non tutti gli studiosi sono d’accordo, ma che pare fosse spesso usata dallo stesso Mussolini.
Non ho finora avuto notizie del fatto che altre scritte simili potessero trovarsi anche in altri luoghi della città. La scelta di mettere proprio in quel posto queste scritte, fu probabilmente dettata dal fatto che li si concludeva la via del Littorio, oggi conosciuta come Via Monachelle.
Queste scritte, alcune delle quali anche a doppio senso come quella “Mantenere la destra” che evidentemente non era riferita al solo codice della strada, servivano ad alimentare e mantenere vivo nel popolo il mito mussoliniano. Un po dappertutto queste frasi vennero cancellate dopo la fine della seconda guerra mondiale.
Probabilmente lo stesso fu fatto anche su queste della città di Termini che però, come reperti archeologici, il tempo ha in qualche maniera riportato alla luce. A Termini resiste pure qualche altro “Segno del Fascio”; infatti, oltre a queste scritte, è ancora facilmente individuabile pure uno stemma nelle casette popolari di via Monachelle.


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