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Negli ultimi anni, molte regioni stanno implementando strategie e regolamenti per far sì che i singoli cittadini rispettino le corrette modalità di riciclo dei rifiuti. Il nostro paese ha fatto grandissimi progressi nell’ultimo decennio e le prospettive future sono positive. In particolare infatti, secondo quanto emerso dallo studio “Italia che Ricicla 2022” condotto da Assoambiente, Associazione che rappresenta le imprese che gestiscono servizi ambientali e quelle dell’Economia Circolare, l’Italia risulta essere il primo paese europeo per tasso di riciclo dei rifiuti urbani e speciali.
L’Italia rispetto all’Europa
Il report presentato considera i dati relativi al 2020 e indica appunto che il tasso registrato in Italia è pari all’83,2%, nettamente superiore a quello della media europea di 39,2%. Anche rispetto ai paesi più grandi e sviluppati quali Spagna, Francia e Germania con un tasso rispettivamente del 60,5%, 54,4% e 44%, l’Italia detiene il primato europeo.
Il report di Assoambiente ha dimostrato inoltre che, anche dal punto di vista del tasso di circolarità dei materiali (ovvero la percentuale di materiale che viene riciclato e successivamente reimmesso nell’economia) il nostro paese si colloca al secondo posto. Sotto solo alla Francia (22,2%), con una differenza minima dello 0,6%. Questo recupero di materiali ed energia dai rifiuti contribuisce agli obiettivi di efficienza energetica italiani e consente di risparmiare risorse anche evitando emissioni provenienti da impianti alimentati a combustibili fossili. Germania e Spagna invece rimangono distanziate, con rispettivamente il 13,4% e l’11,2%. In generale comunque, il risultato rimane sopra la media europea di 12,8%.
Quali sono le regioni dove si ricicla di più?
Considerando i dati presenti sul portale “Open” – la piattaforma di Anci e Conai che unisce tutti i dati sulla raccolta differenziata in Italia – il tasso di riciclo delle singole regioni è in aumento in tutto il territorio nazionale. Da notare il miglioramento di performance specialmente nelle regioni del Sud Italia. Tuttavia, analizzando i dati a livello nazionale, risulta esserci una forte disparità tra le regioni italiane.
Riportando le prime della classifica, Trento registra la quota più alta di raccolta differenziata, pari al 76,7%. Dunque, a seguire il Veneto (76,1%) c’è la Sardegna (74,3%) e la Lombardia (73,3%). In coda troviamo Sicilia (42,3%), Calabria (48,1%) e Lazio (52%).
Le problematiche relative agli impianti di recupero
Nonostante i risultati positivi, per poter fare davvero affidamente sull’economia circolare del paese, sono ancora molte le cose da fare. In primis è necessario aumentare il numero di impianti di recupero e distribuirli in maniera equa sul territorio nazionale. A confronto con la Germania con circa 10.000 impianti attivi, l’Italia si posiziona seconda con circa 6.500 impianti di recupero. Sebbene gli altri paesi europei registrano un numero inferiore, quelli in nostro possesso sono principalmente di piccola e media dimensione e collocati quasi esclusivamente al centro-nord, in particolare in Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna.
Sebbene siamo primi in Europa in termini di tasso di riciclo dei rifiuti e secondi in termini di circolarità, sono ancora molti i rifiuti urbani e industriali che vengono esportati all’estero e recuperati. Circa 4,2 milioni di tonnellate. Per impedire questo fenomeno a diffondersi, il governo, tramite politiche volte a incentivare investimenti negli impianti stessi, può aumentare il volume dei rifiuti recuperati in Italia e allo stesso tempo aumentare i posti di lavoro. Ad oggi la sfida è dura, principalmente a causa della crisi energetica con la quale si sta registrando un forte aumento dei costi di luce e gas le cui conseguenze ricadono anche sulle aziende del settore.
Fonte: https://energia-luce.it/news/italia-leader-per-tasso-di-riciclo-rifiuti/
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