Ho conosciuto Giuseppe Catanzaro nell’ormai lontano 1974. Assieme ad alcuni amici avevamo deciso di pubblicare un periodico a stampa, “La Testata”, per trattare cronaca, attualità, storia e tradizioni di Termini Imerese. L’iniziativa riscosse un buon successo, perché soddisfaceva al bisogno di informazione locale e poté contare sul contributo di esponenti riconosciuti della cultura locale, fra i quali Giuseppe Navarra e Giuseppe Sunseri.
Tuttavia, trattandosi di prodotto “artigianale”, occorreva l’impegno operativo di persone di buona volontà, capaci anche di fornire “pezzi” di cronaca, di argomenti di interesse generale e brevi racconti.
Fra i possibili collaboratori, mi fu proposto un giovane, Giuseppe Catanzaro, segnalato per la capacità di scrivere e quale autore di originali racconti. Accettai immediatamente, anche perché appresi che era figlio di Giulio Catanzaro, persona stimatissima da mio zio “Masino”, che ne magnificava la signorilità, il garbo, l’estrema onestà e correttezza e l’innata vena artistica.
E così, Giuseppe fu invitato a partecipare a una delle riunioni organizzative e, in occasione di quel primo incontro, mi impressionò la sua compostezza, che rasentava la timidezza, e l’abito (elegante ma sobrio) che indossava, mi sembra un fumo di Londra, con giacca e cravatta.Il giudizio positivo che avevo registrato al primo incontro, si rafforzò quando lessi gli articoli e i racconti che propose per la pubblicazione, ospitati fin dal primo numero. Scritti in ottimo italiano, molto interessanti per il contenuto originale e pervasi da un’ironia raffinata e arguta, ma mai sarcastica o offensiva.
Diventammo amici. Anzi, divenne il mio migliore Amico, mai invadente, discreto e disponibile. Con lui ci confrontavamo spesso, su vari argomenti, e ho sempre avuto modo di apprezzarne la capacità di ascolto e il garbo nell’esprimere e sostenere le proprie idee, talvolta diverse dalle mie.
Con Zaira Navarra hanno formato una coppia “perfetta”, basata sull’amore, il rispetto e il dono reciproci, cui si sono aggiunti tre figli (Carla, Giulio e Luca), che hanno fatto tesoro delle positive qualità dei genitori.
Professionista scrupoloso, attento, perfezionista, si è fatto apprezzare da coloro i quali si sono avvalsi delle sue prestazioni di ingegnere civile.
Quando mi candidai a Sindaco (nel 1995), me lo trovai accanto con spontaneità e fiducia. E così, fu quasi scontato sceglierlo quale Assessore all’Urbanistica, attività cui si dedicò con grande impegno, formulando anche valide proposte per il miglioramento dell’arredo urbano. Non cercò mai di “apparire”, pur producendo ottimi risultati operativi.
Una delle sue iniziative più apprezzate, destinata a perpetuarsi nel tempo, è la riproduzione di un’opera del grande scultore e nostro concittadino Filippo Sgarlata, realizzata dal Maestro Gennaro e posta nell’aiuola centrale del Belvedere, raffigurante un ragazzo che gioca con la trottola (strummula).
Dopo qualche anno mi confessò che l’ufficio di Assessore gli aveva procurato un notevole danno economico, in quanto, da quella persona perbene e oltremodo onesta che era, si era sentito in dovere di rifiutare tutti gli incarichi professionali che presupponevano una concessione o autorizzazione del Comune. Lontano da lui l’idea di accettare un qualsiasi incarico e presentare la pratica tramite altro professionista!Giuseppe Catanzaro non è stato soltanto un eccellente professionista, scrupoloso e affidabile, è stato anche un appassionato ed esperto filatelico e non un semplice raccoglitore.
Fu anche tra i fondatori (nel marzo del 1976) e il primo presidente dell’Associazione Amici della Musica “Giuseppe Mulé”.
Ma, soprattutto, ha continuato a coltivare la sua passione per la scrittura, dove eccelleva, e per la ricerca della storia contemporanea di Termini Imerese, pubblicando fra l’altro:
– La festa dell’Immacolata a Termini Imerese – Il Racconto del Novenario solenne – dicembre 1997;
– La festa dell’Immacolata a Termini Imerese – L’oro della Madonna – dicembre 2001;
– Storia di un Santuario 1553-2003 – La Chiesa della Madonna della Consolazione di Termini Imerese a 450 anni dalla fondazione – giugno 2003;
– Neanche una nota stonata – Storia dell’Associazione Amici della Musica “Giuseppe Mulé” di Termini Imerese – 2019;
– Dal Particolare alla Storia – Il Corso Umberto e Margherita di Termini Imerese e … dintorni – giugno 2021 – Volume I. Quasi 400 pagine ricche di notizie e di foto inedite, di racconti di avvenimenti e di cronaca fra l’Ottocento e il Novecento.Ma Giuseppe ci ha riservato altri importanti sorprese editoriali, alcune delle quali ho avuto modo di sbirciare, sostanzialmente definite e pronte per la pubblicazione, che solo la eccezionale puntigliosità dell’Autore, tendente alla perfezione, ne ha finora tardato l’avvio alle stampe. Sarà l’ulteriore dono che avrà fatto alla nostra città.
Delle sue pubblicazioni, vorrei ricordare le dediche, semplici ma significativi atti di amore:
– nella “Storia di un Santuario”: A mio padre che tanto si adoperò per questa Chiesa;
– nel libro “Dal Particolare alla Storia”: Alla mamma, la mia prima, grande Maestra.
E soprattutto la dedica su “Non una nota stonata”: A mia moglie Zaira, conosciuta a una delle prime riunioni dell’Associazione Amici della Musica “G. Mulè”: l’incontro più bello e fortunato della mia vita.La sua scomparsa, repentina, è una perdita dolorosa per la società civile e per i tanti estimatori. Per me è la perdita di un Amico fraterno e generoso, pronto a dare collaborazione senza nulla chiedere, esempio indiscusso di onestà intellettuale e morale, gentiluomo buono e riservato, persona della quale si può andare orgogliosi di averne condiviso molti ideali e sul quale poter contare, quale patrocinante, in Paradiso, dove ha raggiunto i genitori Giulio e Maria.
Ovviamente, Giuseppe continuerà a stare accanto a Zaira, ai figli Carla, Giulio e Luca; alle nuore, Giulia e Denise; al genero, Antonio, ai nipoti e alle sorelle, Eliana ed Ester, alla suocera Carla, con l’Amore che non si spegne, ma che, nella nuova vita, si rafforza per durare in eterno.
Ciao, Amico fraterno, prega per noi, e se San Pietro ti chiede di scrivere la storia del Paradiso non riempirgli ogni spazio di carte, documenti, raccoglitori e appunti. Non credo che troveresti la pazienza di Zaira. San Pietro ha buttato la rete dove gli disse il Signore e la tirò su, meravigliosamente colma di pesci, ma non credo che abbia fatto un’indagine puntigliosa di come il prodigio sia accaduto. Caso mai, se proprio non puoi fare a meno di occupare anche il suo scrittoio, come hai fatto a casa, prendendo possesso finanche del tavolo da pranzo, per rabbonire il vecchio pescatore, raccontagli la storia dei tre amici e della cernia, si farà quattro risate.
In ogni caso, ne sono certo, ti farai amare anche lassù!Santuario parrocchia Maria SS. della Consolazione 15 aprile 2023
Nella foto in alto in evidenza l’inaugurazione della scultura “la trottola”, da sinistra: lo scultore Vincenzo Gennaro, Giuseppe Catanzaro, avv. Sgarlata, figlio dello scultore Filippo, Enzo Giunta
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