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Non andrà, dunque, in carcere il sessantenne residente a Caccamo e a concedere una misura leggera e non detentiva.
La difesa è stata curata da Salvatore Di Gioia. Gullo deve scontare ancora una pena di un anno, 10 mesi e 24 giorni di carcere, residua sulla maggiore di 2 anni e 2 mesi, inflitta nei vari gradi di giudizio, per il delitto di atti persecutori fino al 13 settembre 2018 in danno di una giovane professionista caccamese. Il reinserimento familiare-lavorativo prevede l’opportunità di volontariato per tre giorni a settimana in orario antimeridiano presso il comune di residenza, all’impegno in favore del fratello disabile e, in generale, alla disponibilità all’accudimento del nucleo familiare della sorella, suo valido riferimento affettivo.
Il beneficio dell’affidamento in prova serve ad arginare recidive attraverso un percorso riabilitativo e la frequentazione di percorsi di orientamento esistenziale per autori di reato contro la violenza di genere e con la frequentazione di corsi di educazione ai valori della legalità.
L’affidamento in prova al servizio sociale per lo stalker prevede diverse
prescrizioni fra cui non allontanarsi dalla provincia di Palermo, non frequentare persone pregiudicate, sottoposte a misuredi prevenzione o di sicurezza; non portare armi o strumenti atti a offendere, non allontanarsi dalla propria abitazione dalle ore 21 alle ore 7, adempiere agli obblighi di assistenza familiare frequentare un corso per autori di reati di violenza di genere per consolidare il processo di revisione critica.
Una brutta vicenda iniziata nel 2017 e che è costata a Gullo una condanna a due anni e due mesi e la sospensione della patente, l’obbligo di firma e il divieto di avvicinamento alla donna. La vittima di stalking, l’avvocato Rosa Maria Di Cola, già presidente del consiglio comunale di Caccamo, ha denunciato con determinazione il suo stalker. Una lunga battaglia iniziata da una infatuazione diventata ben presto una ossessione. Uno stalker mai corrisposto che attraverso appostamenti, messaggi, pedinamenti, ingiurie e minacce, a tutte le ore del giorno e della notte, sul posto di lavoro, davanti a colleghi e amici, anche loro bersaglio di minacce, ha inevitabilmente cambiato la vita e la quotidianità della professionista. Atti che la donna non ha sopportato e denunciato alla stazione dei carabinieri di Caccamo.
La storia di Rosa Maria Di Cola
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