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L’affascinante e poco conosciuto mondo della genealogia genetica raccontato dalla termitana Francesca Gillani, biologa forense.
Francesca Gillani, 28 anni, ha conseguito la laurea in Scienze Biologiche a Palermo e poi la specializzazione in Biologia forense, a Firenze. Nel 2023 continua i suoi studi a Roma, con sede presso il policlinico dell’università Tor vergata dove sta conseguendo il titolo di Master in genetica forense, il primo in Italia su questa disciplina. Grazie alla passione per la genetica e ai suoi studi, si imbatte nella conoscenza di una nuova disciplina, la genealogia genetica. Ad oggi, questa sua passione la porta a collaborare con gli Stati Uniti, dove aiuta a fornire ipotesi di identificazione su casi di adozione e resti umani attraverso l’applicazione di questa nuova disciplina.
L’intervista a Francesca Gillani
Francesca, da tempo nutri una grande passione per la genealogia genetica, oggi cercheremo insieme a te di conoscere meglio questo settore che ci consente di poter sapere di più sulla nostra storia familiare.
«Grazie Laura, è bello essere qui».
Francesca, puoi raccontarci un po’ del tuo background? Cos’è la genealogia genetica (GG)?
«Sono una Dr. in Biologia forense, che ha sempre amato la biologia molecolare e la genetica. Quando ho scoperto che il DNA veniva usato insieme ai vecchi metodi tradizionali di genealogia, allo scopo di saperne di più sui nostri antenati e sulla nostra eredità, ho deciso di saperne di più.
La genealogia genetica (GG) è la combinazione dell’analisi genetica con la tradizionale ricerca storica e genealogica per studiare la storia familiare. Per le indagini forensi, può essere utilizzata per identificare i resti umani associando il DNA ad una famiglia con una persona scomparsa o per indicare la probabile identità di un autore. Confrontando un campione di DNA con un database di DNA di partecipanti volontari, è possibile determinare se ci sono parenti del campione di DNA nel database e quanto siano strettamente correlati. Queste informazioni possono quindi essere incrociate con altre fonti di dati utilizzate nella ricerca genealogica tradizionale, come documenti di censimento, documenti anagrafici, necrologi e archivi di giornali».
Come ti sei appassionata al campo della genealogia genetica?
«Questa passione è nata durante i miei studi universitari, quando mi sono imbattuta nella lettura di diversi articoli dove veniva riportato che, in America, l’uso del test del DNA veniva usato per risolvere i crimini, portando alla risoluzione di cold-case (casi a pista fredda), che hanno avuto un forte eco mediatico come “The Golden State Killer”, il cui reo era colpevole di una serie di crimini. La cosa straordinaria è che il caso è rimasto irrisolto per circa 30 anni fino al 2018, ma grazie all’uso della genealogia genetica si è arrivati a identificare il soggetto che aveva commesso i fatti. Da allora, ho iniziato ad approfondire i miei studi prendendo anche contatti con professionisti del settore americani».
Stai collaborando con genealogisti genetici in America?
«Sto frequentando un internato negli USA presso l’azienda “DNA Investigations” (https://www.dnainvestigations.com) guidata dalla sua fondatrice, Tobi Kirschmann, dove insieme ad altre colleghe, stiamo lavorando su un caso di adozione usando i dati di sequenziamento del DNA, per formulare un’ipotesi di identificazione umana. Inoltre, ci impegniamo con le organizzazioni locali e partecipiamo a eventi che supportano la consapevolezza della storia, della scienza, della sicurezza pubblica e/o della difesa delle vittime. Abbiamo un solo scopo: ripristinare il nome di quante più vittime possibile!».
Perché usare la genealogia genetica?
«Perché offre un nuovo potente strumento per generare contatti su soggetti sconosciuti. Quando una ricerca di genealogia genetica produce utili corrispondenze correlate a un campione di DNA sconosciuto, può restringere l’elenco dei sospetti a una regione, una famiglia o persino un individuo».
Approccio applicabile in Italia?
«Sicuramente da tale applicazione scaturirebbero benefici per il sistema di Giustizia italiano. I reperti custoditi presso gli uffici corpo delle Procure territoriali sono la fonte che può portare a riaprire i cold case e di conseguenza generare un’ipotesi di identificazione del reo.
La genealogia genetica può essere uno strumento incredibilmente potente per ristabilire legami familiari, come nel caso di persone scomparse. È possibile ritrovare parenti, o i loro discendenti, ricongiungere famiglie che si sono divise, di cui si erano perse le tracce, proprio grazie al test del DNA».
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