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L’esposizione, voluta dalla Regione Siciliana, rimarrà nel capoluogo etneo sino al 7 aprile. Poi sarà riproposta, prima in piazza Unità d’Italia di Palermo (dal 17 aprile al 6 maggio) e, infine, in località Tre Fontane, a Campobello di Mazara, nel Trapanese (dal 12 maggio al 9 giugno).
Al taglio del nastro hanno preso parte il dirigente generale del dipartimento della Protezione civile della Presidenza della Regione Salvo Cocina, il prefetto Maria Carmela Librizzi, il commissario straordinario del Comune e della Città metropolitana Piero Mattei, funzionari e tecnici della Protezione civile nazionale che curano la realizzazione dell’iniziativa. Presenti anche le delegazioni delle organizzazioni del volontariato di Protezione civile della Sicilia orientale e alcune scolaresche già prenotate per visitare le diverse sezioni in cui è articolato il percorso espositivo, alla cui guida sono dedicati i volontari dell’associazione Lares Italia.
«Su indicazione del presidente della Regione, Renato Schifani – sottolinea Salvo Cocina, dirigente generale della Protezione civile regionale – abbiamo voluto portare in Sicilia questa mostra che spiega che cos’è un terremoto, come si misura, quali possono essere gli effetti, ma soprattutto ci insegna quali sono i comportamenti da adottare. La Sicilia è una terra ad altissimo rischio sismico, è importante imparare a convivere con questi eventi: mantenere la calma è alla base di ogni precauzione, individuare luoghi sicuri, informarsi preventivamente se la propria casa è costruita con criteri antisismici. Uno stimolo sulla prevenzione – ha aggiunto Cocina – anche per gli amministratori pubblici. Nel 2000 è stato avviato un programma di interventi per il miglioramento sismico del patrimonio edilizio pubblico e privato, centinaia sono stati realizzati, ma sono sempre ben poca cosa rispetto alla vastità di ciò che resta da adeguare. Chiaramente non ci fermiamo, è una sfida che dobbiamo perseguire e speriamo di essere sempre più efficaci e rapidi».
«Dobbiamo imparare – aggiunge il commissario straordinario del Comune e della Città metropolitana, Piero Mattei – a convivere con questi fenomeni naturali che nel nostro territorio sono frequenti. Questa mostra ci può servire a fare il punto sulle moderne conoscenze scientifiche nel campo dei terremoti e ci può insegnare a farci trovare pronti quando accadono degli eventi sismici. Il compito della Protezione civile è aiutarci ad approcciare il problema in modo da ridurre le conseguenze».
«Fare prevenzione, essere informati e conoscere è fondamentale – afferma il prefetto Maria Carmela Librizzi – soprattutto nei territori ad elevata vulnerabilità sismica. Perciò è essenziale sapere come comportarsi ed essere pronti nell’eventualità di un terremoto. Ecco perché è necessario che i Comuni abbiano piani di Protezione civile aggiornati, poiché sono gli strumenti in cui si individuano le criticità e quindi, nei momenti in cui scatta l’allerta, permettono di intervenire tempestivamente. Di grande rilevanza è anche l’attività di sensibilizzazione nelle scuole che va portata avanti, anche con mostre come questa».
La mostra rientra tra le attività della campagna di sensibilizzazione e informazione alla cittadinanza “2023 anno della prevenzione sismica in Sicilia”, avviata dalla Protezione civile regionale. L’obiettivo è stimolare i cittadini, in particolare i più giovani, a un ruolo attivo nel campo della prevenzione, per capire cos’è il terremoto, cosa si può fare per ridurne gli effetti. Semplicità di linguaggio, approccio multidisciplinare e metodo partecipativo sono le caratteristiche che rendono “Terremoti d’Italia” una mostra adatta a ogni tipo di pubblico, in particolare per le scolaresche. Per le date di Catania è possibile prenotare la visita gratuita compilando l’apposito modulo on line.
Anche la campagna di comunicazione “Io non rischio” della Presidenza del Consiglio dei ministri – Dipartimento della Protezione Civile e partner istituzionali e scientifici, sulla diffusione delle buone pratiche di protezione civile è parte integrante della mostra: volontari siciliani, infatti, incontrano i visitatori lungo il percorso espositivo per parlare con loro dei rischi naturali ai quali il territorio dove vivono è esposto.
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