Prestazioni sessuali in cambio della patente ritirata: indagato dipendente Asp

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Un vero abuso di potere quello che accadeva all’ASP di Agrigento.

Chiedeva prestazioni intime in cambio di un iter più veloce per il rinnovo più veloce della patente di guida ritirata, altrimenti, avrebbe fatto in modo che quello stesso procedimento amministrativo fosse rallentato. Nei guai è finito un ex dipendente dell’Asp di Agrigento.

Una inchiesta che ha incontrato parecchie difficoltà da parte degli investigatori, a causa dell’imbarazzo delle vittime a denunciare quanto sarebbe accaduto.

Abusando della sua qualità di dipendente, nello svolgimento delle funzioni, mediante minaccia di diniego o di ritardata assunzione di un provvedimento amministrativo, compiva atti diretti per avere favori sessuali da donne a cui avevano ritirato la patente o a familiari di queste”.
 
Questa l’accusa a carico di un dipendente pubblico, in servizio all’Asp di Agrigento presso l’ufficio patenti speciali.
 
Si tratta di un impiegato adesso in quiescenza a cui, oggi, la polizia, sezione polizia giudiziaria della Procura, ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari.
 
L’attività di indagine della Procura ha permesso di ricostruire che il dipendente pubblico dell’Asp, “a causa del suo servizio era a contatto diretto con l’utenza dell’ufficio ed ha abusato, con plurime condotte, nell’intercessione di pratiche, intervenendo nel suo normale iter burocratico con almeno quattro donne, ma non si può escludere – scrivono dalla sezione Pg della polizia – che le vittime delle turpi attenzioni siano maggiori”.
 
L’inchiesta ha incontrato molte difficoltà, dettate da naturali meccanismi di difesa e resistenza da parte delle vittime. L’aliquota della sezione Pg della polizia, con spirito empatico e professionalità, è riuscita però “a raccogliere sufficienti elementi per cristallizzare – scrivono gli investigatori – le pretese e i ricatti a sfondo sessuale di cui alcune donne sono state oggetto. Donne che non avevano nemmeno presentato denunce per vergogna o imbarazzo”.
 
 


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