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Una volta lasciate alle spalle le aule scolastiche, il docente si era trasferito nella città veneta, mantenendo sempre uno stretto contatto con gli ex alunni, quasi dei figli per lui. A dicembre, prima il ricovero all’ospedale San Bortolo, e al successivo trasferimento in una residenza sanitaria assistenziale, hanno sospeso il dialogo a distanza. A preoccuparsi per prima, sapendolo solo e fragile, è stata Nicoletta Bertorelli, oggi docente romana di Filosofia, notando che l’anziano da tempo non dava più notizie. La donna ha allertato i vecchi compagni, ricostruito la rete social degli ex allievi, scovandoli a Torino, Roma, in Inghilterra e perfino negli Stati Uniti. Insieme hanno speso decine di telefonate fino alla svolta: “è qui, ricoverato dal 6 dicembre” ha risposto un infermiere del San Bortolo. “Ho mollato tutto e sono partita – racconta Bertorelli -. Tra Roma e Vicenza è accaduto di tutto, la mia macchina si è rotta a Orvieto. Nel frattempo ho ricevuto decine di messaggi, tutti si sono attivati”. Incancellabile il ricordo di quell’insegnante dai modi austeri ma dalla riflessioni profonde, capace di coinvolgere nell’amore per la filosofia. Lo testimonia la stessa docente, raccontando un episodio del passato. “Venne chiesto al prof da qualche imbelle collega come avesse fatto a suscitare in me, cavallo sfrenato, l’interesse per la sua materia – rivela -. Rispose: ‘mi sono limitato a non spegnere quello che c’era. Questa risposta è rimasta scolpita lungo tutta una vita passata a fare altro, fino a diventare, oggi che la metto in pratica altrove, la più importante lezione di pedagogia (e di filosofia) da me ricevuta’”.
Ora Gastaldi si trova in una Rsa ma la vicinanza degli alunni che si alternano al suo letto e lo accudiscono è intatta. La prima esigenza espressa dal prof agli ex allievi è stata di donare loro i libri della sua biblioteca personale e di recuperare le lettere scritte in tanti anni di carriera scolastica. “Nella sua casa di Vicenza ha catalogato l’intero suo epistolario – sottolinea Bertorelli -. Tra i volumi di Gramsci e Nietzsche stampava e archiviava anche ogni nostra email”. Quando ne parla affiora ancora tutto il suo affetto. “Sapeva aprirsi ad una socievolezza tenera – ricorda – dai gesti inconfondibili”.
FONTE ANSA
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