Il governo nazionale sta per varare le cosiddette modifiche a questa misura di sostegno che tanto ha fatto discutere in questi mesi, sin dall’elezione dell’attuale governo Meloni.
Si chiamerà Mia, acronimo di misura inclusione attiva.
Per il momento si parla di indiscrezioni ma grosso modo le scelte politiche sembrano essere state fatte. I testi collegati alla nuova misura sono al vaglio del ministero del Tesoro per capire la copertura finanziaria e quindi la sua attuabilità.
Anzitutto ci saranno due categorie ben distinte collegate al reddito di cittadinanza.
Da una parte gli “occupabili” e dall’altra i “poveri”.
Per quanto concerne la prima categoria rientrano coloro i quali sono abili a poter lavorare.
L’altra categoria invece riguarda gli “inabili”, o per motivi fisici e di disabilità in genere, o per motivi anche di età.
Ovviamente per i primi ci saranno le modifiche più sostanziose. Il sostegno scenderà a 375 euro al mese e avrà una durata massima di un anno, contro gli attuali 18 mesi.
Cifra che nei rinnovi successivi della misura andrà sempre più diminuendo. Per la famiglie degli in occupabili le cifre resteranno tali e quali ma dal rinnovo, quindi alla scadenza dei primi 18 mesi, ci saranno altri 12 mesi e non più 18.
La cosa certa è però che la platea dei beneficiari del reddito di cittadinanza scenderà nettamente.
Scenderà perché il reddito Isee per l’accesso dovrebbe essere molto più basso, almeno stando sempre alle indiscrezioni.
Attualmente per rientrare nel sussidio non si devono superare i 9.360 euro di Isee, mentre la bozza parla di 7.200 euro.
Questo significherà una netta sforbiciata degli aventi diritto, un taglio di migliaia e migliaia di potenziali beneficiari che resteranno tagliati fuori.
Si parla però anche dell’introduzione di una “scala di equivalenza”: l’importo del sussidio aumenterà in base al numero dei componenti.
Quindi più componenti, più alta sarà la cifra riconosciuta.
Andiamo adesso a vedere da vicino quali potrebbero essere gli importi che si incasseranno con il nuovo reddito di cittadinanza.
Per la categoria “poveri”, un solo componente familiare dovrebbe arrivare ad incassare un massimo di 500 euro, cifra quindi inalterata rispetto all’attuale misura.
Ovviamente al netto del bonus affitti che al momento è stabilito in 280 euro. Ma si vocifera che questo tetto possa essere abbassato. La cifra sarebbe invece nettamente più bassa per gli occupabili che scenderebbe a 375 euro.
La riforma sul reddito di cittadinanza entrerà in vigore dall’1 ottobre.
Infatti il governo nazionale, come si ricorderà, aveva prorogato il reddito di cittadinanza sino a settembre 2023.
dal mese successivo scatteranno le nuove regole in attesa ancora della conferma definitiva.
Il testo, secondo crono programma del governo, entro un mese dovrebbe arrivare dal ministero del Lavoro al Consiglio dei ministri per l’eventuale approvazione.
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