I miei genitori che dicono di essere fieri di me, perché sto facendo un percorso che io amo.
Loro, che a 30 anni avevano già costruito una casa, una famiglia, le basi per la loro e per la mia tranquillità, mentre io ancora confondo lo scomparto del detersivo con quello dell’ammorbidente.
E allora volevo dire che non dovrebbero essere fieri di me, ma di loro stessi, perché ogni figlio per i propri genitori è un capolavoro, ogni scarrafone è bello a mamma soia, va benissimo e siamo tutti d’accordo. Ma per quanto un capolavoro possa essere valevole, il merito si nasconde principalmente nei gesti di chi ha dipinto.
Ogni genitore, nel guardare il proprio figlio costruirsi una strada, dovrebbe darsi una pacca sulla spalla e dirsi bravo, perché le fondamenta di quella strada le ha scavate con il sudore della propria fronte.
Perché non siamo altro che questo:
il successo di chi ci ha messi al mondo, la vittoriosa conseguenza degli sforzi di chi ci ha amati sopra ogni cosa, fin dal primo respiro. E dovremmo essere loro grati, sempre, perché ancor prima di diventare più o meno bravi, siamo stati soprattutto fortunati nell’avere genitori perseveranti. Coi loro difetti, le loro mancanze, le loro insicurezze, con il loro essere fondamentalmente umani. Eppure meravigliosamente, umanamente, carnalmente devoti alla nostra realizzazione.
E bisognerebbe ricordarsi di dirglielo sempre, quanto apprezziamo quel che abbiano fatto e facciano per noi. Perché nessun quadro si dipinge da solo, nessun figlio da solo si plasma. Parte tutto dalla determinazione di un padre, dal sacrificio di una madre, dal coraggio delle loro mani attente, dal calore dei loro stanchi , eppure instancabili ,cuori.
Senza Claudia non sarei quello che sono adesso , grazie per darmi fiducia continuamente, per sostenermi, grazie perché se oggi sono una persona migliore lo devo a te, tu che non hai mai dubitato delle mie capacità.
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