Uccide la suocera a Enna: richiesta perizia psichiatrica per la nuora

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Perizia psichiatrica per Laura Di Dio, la trentaduenne che lo scorso 4 febbraio ha ucciso, a Pietraperzia, con un coltello ed una forbice, la suocera, Margherita Margani, 62 anni. L’ha chiesta il difensore dell’indagata, Salvatore Timpanaro, al Gip presso il Tribunale di Enna Giuseppe Noto, richiedendo, dunque, l’incidente probatorio.

La perizia dovrà accertare non solo la capacità d’intendere e di volere al momento del fatto, ma anche la capacità dell’imputata di partecipare coscientemente al giudizio. Secondo la difesa, che ha nominato un perito di parte, lo psichiatra Rino Bruno, ci sarebbe infatti, documentazione clinica che dimostrerebbe che la donna era affetta da una patologia psichiatrica e dunque, secondo il difensore, non imputabile per “vizio totale di mente”.

Timpanaro ha fatto ricorso al Tribunale del Riesame di Caltanissetta che dovrà decidere se Laura Di Dio dovrà rimanere in carcere o essere ricoverata in una struttura idonea alla patologia di cui soffre. Il legale ha avviato le investigazioni difensive con gli interrogatori di più persone, compreso il medico curante dell’indagata, al fine di acquisire elementi sul suo stato di salute mentale.

La donna ha ribadito che si sarebbe difesa dell’aggressione della suocera e ci sarebbe stata una colluttazione. Il giudice si è riservato sulla richiesta dell’avvocato della Di Dio, Salvatore Timpanaro, che ha chiesto i domiciliari per la sua assistita. La donna, infatti, è mamma di una bimba di 5 anni. Laura Di Dio, madre di due figli, sposata con Francesco, figlio della vittima, che lavora in un’agenzia di pompe funebri, secondo i familiari “soffriva di depressione”. “Non voleva curarsi, ma da un anno e mezzo vivevamo nell’inferno”, dicono.

Suocera e nuora abitavano in due case limitrofe. La donna, e lo confermano i familiari di Di Dio non aveva perdonato alla nuora di essere la causa dell’arresto del fratello del marito, Cristian Arnone, in carcere per avere sparato al fratello, marito della Di Dio, per difendere la cognata picchiata mentre era incinta. E proprio Cristian ha chiesto e ottenuto dai giudici, l’autorizzazione a vedere la madre per un’ultima volta, prima che venisse fatta l’autopsia.


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