“Secondo le disposizioni previste dal bando di concorso – spiegano i legali Francesco Leone, Simona Fell e Floriana Barbata, soci fondatori dello studio Leone-Fell & C. – lo svolgimento della parte in lingua inglese non era affatto obbligatoria e la mancata correzione dell’intera prova, nonché l’esclusione dei candidati dal prosieguo della procedura selettiva, è dunque un’illegittimità”.
Per tale ragione, i candidati hanno proposto ricorso al Tar che ha accolto e chiarito che la condotta della Commissione “non è supportata da alcuna previsione di legge, e tantomeno del bando”. I giudici hanno pertanto ordinato all’Amministrazione di procedere alla correzione delle prove entro 30 giorni e di procedere, in virtù del punteggio, all’ammissione dei ricorrenti alle successive fasi concorsuali.
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