Eclettico, estroverso, appassionato, competente; tanti gli aggettivi che potrebbero calzare a pennello volendo parlare di questo personaggio che, dopo lunga malattia, ci ha prematuramente lasciati qualche anno fà.
La sua assenza si fa certamente sentire e non solamente in ambito carnascialesco; Favara infatti, che per anni aveva fatto parte del Consiglio di Amministrazione della Pro Loco rivestendone pure dal 1988 al 1994 la carica di presidente, era innamoratissimo della propria città, e non perdeva occasione per dar sostegno, impegnandosi anche personalmente e con puro spirito di volontariato, a tutte quelle iniziative atte a favorirne il miglioramento e lo sviluppo.
Sia che si trattasse di iniziative a carattere ludico-sportivo, culturale o folkloristico, lui era sempre presente e sempre pronto a mettere a disposizione la propria professionalità.
Esperto dicitore, pur se, come lui stesso spesso rimarcava, ostinatamente logorroico, aveva in talune occasioni approfittato di questa sua caratteristica per cimentarsi, con buon successo, anche nelle vesti di intrattenitore radiofonico e televisivo collaborando con alcune emittenti locali, ma non disdegnando nemmeno di calcare le tavole del palcoscenico in occasione di pubblici spettacoli o altro genere di manifestazioni; per anni fu la voce ufficiale del Carnevale.
Ed a proposito della sua loquacità ecco come lo stesso ne fa scherzosamente autocritica in un pezzo scritto per l’opuscolo carnevalesco del 1994.
“…….Giorni fa, con aria di dolce complicità, il carissimo prof. Salvatore Arrigo, mascherando un affettuoso comando, così mi apostrofava: “Vincenzo, devi scrivere qualcosa per la presentazione del Carnevale, ma non più di 25-30 righe, mi raccomando poiché hai pochissimo spazio a disposizione” – Debbo confessare che, per natura, sono abbastanza prolisso e sintetizzare è una violenza non indifferente alla mia logorrea scrittoria.
Mi sforzerò al massimo e spero di riuscire – …..”
Vincenzo non amava la politica, ancorché i politici, di molti dei quali era però amico e nei cui confronti usava un linguaggio franco e spesso colorito.
Il carnevale era il chiodo fisso di Favara e in qualche caso non esitava a sostenere energicamente le sue ragioni. Ecco cosa scrive nella qualità di presidente della Pro Loco il 18 novembre 1993 alla Commissione Straordinaria del Comune di Termini Imerese.
“Egregi Signori, essendo giunti ad oltre metà novembre, e non avendo al momento ricevuto comunicazione alcuna da parte di V.S. relativa alla organizzazione del Carnevale 1994, e ritenendo che, considerati i tempi di costruzione dei carri, si sia in notevole ritardo, temiamo che possano essere sorti problemi economici o di altra natura, che Vi impediscano tale effettuazione od almeno mettano in forse tale svolgimento.
Teniamo a sottolineare che per noi “termitani” il Carnevale rappresenta una lunga tradizione di cultura popolare che ha caratterizzato la nostra città nell’ambito non solo provinciale, da parecchi decenni, a sfiorare il secolo, e sarebbe auspicabile che tale tradizione perdurasse e non si interrompesse anche ridimensionando la manifestazione ove esistano impedimenti di natura economica o altro.
– …….Vi preghiamo caldamente di indire a brevissimo termine un incontro tra il V.S. ed il nostro Consiglio Direttivo, onde valutare insieme, l’opportunità di non fare morire il nostro Carnevale, e ci dichiariamo prontissimi a collaborare al Vs. fianco nell’interesse comune della Città e dei suoi cittadini….”
Vincenzo aveva uno spirito goliardico, non per niente era stato in gioventù anche assiduo frequentatore del C.U.T.I. (Circolo Universitario Termini Imerese); spirito che lo connotava come persona che di certo le cose non le mandava a dire.
Con la sua prematura scomparsa il Carnevale di Termini Imerese ha perso un personaggio di spicco che sicuramente ancora per tanti anni, avrebbe potuto dare il suo prezioso e appassionato contributo alla manifestazione.