Era questo Vito Chimenti, un’anima del calcio, anche dopo avere smesso di giocare. Non ha mai dimenticato il Palermo, ne era il primo tifoso, l’uomo dell’ottimismo.
La sua mitica “bicicletta” infuocava la favorita e il boato era talmente forte che un ignaro passante per viale del Fante avrebbe avuto l’impressione di un gol del Palermo, ma era come un gol.
Non solo un calciatore Vito, un Poeta del calcio, di un calcio Champagne ormai scomparso eppure prepotentemente presente nei nostri anziani, che di Vito Chimenti posseggono ancora l’emozione di quei tempi, in cui anche il vento diventava un poetico alleato di un tiro sbagliato che si insaccava in rete.
Ciao Vito, ciao guerriero rosanero.
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