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27 gennaio 1945. La fine di un orrore.
Una sofferenza mai dimenticata. Una delle dimostrazioni della cattiveria senza misura, perversa, cieca d’ umanità. Il 27 gennaio 1945 si aprirono finalmente i cancelli di Auschwitz ma non furono in realtà mai chiusi. Quelle sbarre non videro forse mai, davvero l’ombra.
Tutte le volte che si ha un atteggiamento di superiorità, di prepotenza; tutte le volte che si fanno degli abusi, che ci si sente migliori di un altro; tutte le volte che si prevarica, che s’ ingiuria, che si cerca di predominare, di sottomettere qualcuno; tutte le volte che si vuole esercitare un potere che possa subordinare, limitare, sminuire, schiacciare; quando si mette da parte qualcuno e lo si vede diverso; quando si mette al margine, si offende; quando si stritola la dignità di un altro uomo…è uno scricchiolio di quel cancello che resta aperto.
Quell’ombra di storia che sempre si riflette.
Nel momento in cui si vive in orizzontale e non seguendo un ordine verticale, ci sarà un modo di vivere volto ad un andare avanti ampliato alla costruzione operosa. Ma se non si fissano caratteri lineari, non ci sarà mai spazio per fissare buone funi al domani che possa consentire un futuro solido e fruttuosamente stabile aperto alla positività, rete di sviluppo finalizzato al bene civile.
Va tramandata la storia ai giovani ma va insegnato a non tesserne nessun filo. A non rifletterne le trame. Aiutate a vedere con sguardi più profondi, a non limitare, condizionare i loro giudizi, pensieri, subordinandoli con i vostri.
Insegnate solo il giusto che c’è da sapere e fate in modo che il loro giudizio, parere, non sia conforme al vostro. Accettate, che per certi versi se ne distacchino. Aspettatevi pareri opposti affinché si consolidi una propria ragione. Fate in modo che essi si confrontino con giudizio col resto del mondo e poi siano capaci d’ innalzarsi alti e fieri come aquile.
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