Sono tanti quelli che in questi giorni si fanno questa domanda ed ai quali, anche sotto l’aspetto storico ed in parte pure come addetto ai lavori, proverò a dare una risposta.
Oggi il carnevale termitano si trova ad un bivio, rinnovarsi o morire; ed è una prospettiva non certo bella per chi come me ne è appassionato e ne conosce e tramanda la storia.
Uno dei problemi principali, anzi forse il principale, è quello della sicurezza; preoccupazione che hanno ormai gli organizzatori di tutti i carnevali e principalmente di quelli dove sfilano carri. Sciacca ne è un esempio, dove alcuni anni fa un bambino è morto travolto da un carro, e dove il sindaco immagina già un circuito alternativo a quello del centro storico o comunque ne prevede “sostanziose” modifiche che sulle indicazioni della questura, abbiano tutti i requisiti di sicurezza. Questo comporta ovviamente notevoli difficoltà anche dal punto di vista logistico, e rende ormai difficile se non quasi impossibile, immaginare sfilate di carri all’interno dei centri storici. Prova ne sia che quest’anno, e per la prima volta nella sua storia, il nostro circuito della marina se pur spazioso, verrà interamente transennato per consentire lo svolgimento dell’evento in totale sicurezza.
Cosa che non sarebbe stato possibile fare a Termini Alta dove per esempio il tratto di via Mazzini diventa ogni anno un pericolosissimo imbuto in cui al passaggio dei carri la gente non riesce nemmeno più a muoversi. Si imponevano quindi delle scelte non facili che anche io, sebbene a malincuore e non certo supinamente come qualche anonimo ha scritto, mi son trovato di dover condividere. Tutto è stato fatto per non fare morire la festa ed ovviamente nel rispetto delle direttive della Questura ed a salvaguardia della sicurezza e della pubblica incolumità.
Al netto di talune posizioni preconcette, non possono e non devono quindi spaventare le critiche; legittime quando non strumentali. Rifacendomi alla storia vi racconto invece di come già 70 anni fa, e ben se ne ricorda ancora l’appassionato nostro concittadino Alberto Cilfone, un analogo putiferio ebbe a scatenarsi quando, ultimati i lavori per il raddoppio del binario ferroviario, e con la definitiva sistemazione del bastione e dei ponti, i fratelli Puleo che in quegli anni erano tra i principali organizzatori del carnevale termitano, immaginarono già allora di spostare l’evento alla marina iniziando con il togliere le sfilate dal Corso Umberto e Margherita.
Vi lascio immaginare cosa successe. Ci si provò, e qui ne ho testimonianza diretta, ancora negli anni novanta quando alla Pro Loco e con il notevole contributo di tecnici esperti fra i quali il geometra comunale Marcello Maida, si studiò una vera e propria cittadella del carnevale da crearsi alla marina e con ingresso a pagamento.
Molto simile a quella che si sta ricreando oggi, e dove per tanti giorni si avrà modo di partecipare all’intero evento tra sfilate, spettacoli, animazione, punti di ristoro, servizi assistenziali, luna park, ed altro. Chi ama la città ed ama il carnevale, sappia quindi che si sta lavorando e con molti sacrifici, per dare alla festa nuovo impulso e nuove prospettive. Le tradizioni vanno salvaguardate, ma non sono immutabili; e se non le si vuole veder scomparire, bisogna anche adeguarle ai tempi.
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