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Quella dei Sansone è un’altra delle antiche famiglie termitane che ha scritto bellissime pagine di storia del nostro carnevale. Ebbi modo di conoscerla ed apprezzarne i modi sin da bambino, allorché alla prima elementare mi fu maestra di scuola la signora Giovanna Stanislao; una donna garbata ed affabile nata a Cerda nel 1904, e della quale serbo ancora oggi un piacevole ricordo.
Il marito era don Andrea Sansone, una persona distinta e di bell’aspetto che si poteva ben riconoscere anche per i suoi baffetti sottili e sempre ben curati. Don Andrea abitava in via Taranto, una delle suggestive viuzze che compongono il popolare quartiere di Sales; ma già dopo la metà degli anni cinquanta egli si trasferisce nelle nuove abitazioni appena costruite al Mazzarino dalla INA-CASE di fronte agli archi dell’acquedotto Cornelio. Ed è qui che il carnevale termitano stabilirà per tanti anni il suo quartier generale.
Ci si incontrava già mesi prima per preparare l’evento, si pensava alle allegorie dei carri, e poi con l’avvicinarsi della festa si impacchettavano i confetti e si tiravano a lucido le maschere du nannu ca nanna che don Totò La Rocca, dopo la partenza del fratello Agostino per l’America, metteva sempre a disposizione della organizzazione. Il gruppo era ben nutrito ed affiatato; c’erano i fratelli Puleo, il signor Bontempo, il farmacista D’Angelo personale amico della famiglia, ed anche il signor Bordonaro che possedeva una bella Fiat 1100 nera; macchina di rappresentanza con la quale venivano accompagnati i nanni.
Insomma, in quel periodo a casa Sansone la sera si tirava fino tardi; e la compagnia era ben vivace tra scambi di ricordi e battute, e tra assaggi di chiacchiere e rosolio che mai mancavano per rallegrare ancor più il clima di convivialità. Non c’era più la moglie signora Giovanna, morta prematuramente nel 1957; ma don Andrea, che era nato nel 1892 e che aveva già 65 anni, trovò sostegno ed affetto nel figlio Giuseppe dipendente comunale, e nella giovane nuora Maria Rancatore con cui abitava, e che proprio in occasione del carnevale condividevano con lui questa giovanile passione.
Ed a proposito del pluridecennale impegno della sua famiglia nel carnevale di Termini Imerese, il nipote architetto Andrea Sansone con il quale condivido la passione per le ricerche storiche, ritiene ed è probabilmente così, che il nonno fu colui che fece da anello di congiunzione fra la originaria “Società del Carnovale” del 1876 ed il nuovo comitato che, svanito quel sodalizio, ebbe a costituirsi già nei primi anni del novecento per dare continuità e nuovo impulso alla festa.
La casa dei Sansone si animava soprattutto nel giorno delle sfilate; era qui infatti che avveniva la vestizione del nannu ca nanna; un vero e proprio rito da sempre avvolto da un’aura di mistero. Una piccola folla di curiosi si radunava per l’occasione nei pressi; e qui arrivava pure Lillo Marrix il fotografo, per immortalare l’uscita delle maschere che scortate da Turiddu e Ustinu, due gobetti che fungevano da corazzieri, si sarebbero poi avviati alla partenza delle sfilate. E proprio i corazzieri erano stati una bella “invenzione” di don Andrea; che visto il successo ne andava proprio fiero.
Ed ancora il nipote ricorda così quegli anni: “….Il giorno del carnevale a casa nostra non si mangiava, o meglio noi bambini (io mia sorella e i miei cugini ), mangiavamo; mentre mio nonno mio padre e mio zio Francesco (Ciccio), erano impegnati sin dalla mattina a mettere a punto gli ultimi ritocchi della manifestazione…..”
Insomma per don Andrea Sansone il carnevale era diventato quasi una ragione di vita; una passione che lo vedeva impegnato per tutto l’anno.
Egli infatti oltre ad essere il principale esponente del comitato, ne fu per qualche tempo anche il cassiere; e sempre lui scriveva su dei quaderni pure il testamento; tradizione questa, di cui era un accanito sostenitore. Ci pensava poi il figlio Giuseppe, il quale per diversi anni ebbe a vestire pure i panni del nannu, a battere il testo a macchina per renderne più agevole la lettura. Il signor Andrea Sansone moriva serenamente nel 1989 alla bella età di 97 anni; lasciando un vuoto incolmabile nella grande famiglia del carnevale di Termini Imerese. Sono questi i personaggi che hanno fatto la storia del nostro carnevale e dai quali bisogna trarre insegnamento per far si che questa antica tradizione nella quale l’intera città si identifica, abbia ancora a migliorarsi e vivere a lungo.
(Nella foto in basso a destra il signor Andrea Sansone)
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