I funerali di fratel Biagio Conte
Fratel Biagio – ha detto l’arcivescovo Corrado Lorefice – era un mite lottatore per combattere ogni forma di violenza.
La chiesa è gremita, come era previsto. Fuori dalla cattedrale una folla oceanica è venuta a dare l’estremo saluto a fratel Biagio. In tanti cercano di farsi strada per poter entrare nel tempio palermitano. Ci sono molti uomini delle Forze dell’ordine. Un tizio lamenta ad alta voce il fatto che Giorgia Meloni ieri a Palermo non è andata a visitare le spoglie di Biagio: “per prima cosa” – dice – “la Meloni doveva andare da Biagio Conte, un uomo che ha fatto tanto bene per Palermo e i suoi poveri”. Ma nessuno gli dà retta. La gente continua a pregare. Ripetutamente tra la folla si leva un grido: “Santo subito”. A questa invocazione don Pino Vitrano, fratello spirituale di Biagio Conte, nel suo discorso finale, in cattedrale, dirà che l’esempio di fratel Biagio servirà a santificare noi e quanti metteranno al primo posto nella propria vita l’accoglienza e l’amore.
Ai piedi del presbiterio la bara contenente i resti mortale di fratel Biagio: semplice, in legno chiaro: di sopra sta aperto il Vangelo alla pagina delle Beatitudini. In tanti si avvicinano per baciare la bara. A fare servizio d’ordine nei pressi del feretro ci sono i volontari dell’Ordine di Malta.
Nel transetto a sinistra i posti riservati ai presbiteri e dietro alla stampa; a destra siedono i politici e gli amministratori della città, in silenzio nei loro eleganti abiti scuri. Nel coro i vescovi e i decani della cattedrale. Don Corrado Lorefice nella scranna arcivescovile. I primi posti dell’assemblea nella navata centrale come è giusto che sia, sono, occupati dalle persone con disabilità; nell’altra fila ai primi posti stanno le missionarie della Missione Speranza e Carità, fondata nel 1991. Tantissimi gli ospiti della Missione nei loro abiti quotidiani: sono il volto della tristezza e al contempo dell’amore per Fratel Biagio.
Ore 10.30. Inizia la celebrazione delle esequie di fratel Biagio. Le letture e il passo del Vangelo non seguono l’ordinario del messale odierno. Il momento più toccante: il punto in cui l’arcivescovo interrompe la sua omelia per potere dare sfogo alle proprie lacrime, ricordando avere anche visto piangere fratel Biagio. Un breve silenzio e poi scoppia un applauso lungo e toccante. “E’ stato importante – da detto l’arcivescovo – per tutta la Chiesa Palermo avere incontrato fratel Biagio e ce ne siamo accorti in questi giorni”. Come Francesco d’Assisi, Biagio Conte portava il sorriso di Dio, non il sorriso di circostanza di chi tante volte come noi preferisce l’ipocrisia alla verità”. Fratel Biagio – ha continuato l’arcivescovo Lorefice – era un mite lottatore, lottava per combattere ogni forma di violenza: ci ha insegnato a portare la Croce di Cristo e la croce del povero, a soffrire, a donare gioia e speranza”.
E nell’invocazione finale la preghiera affinché Palermo sia una “Palermo nuova” che continui a lottare con la stessa spudoratezza e temerarietà del suo “santo folle” , fratel Biagio.
Prosegue la celebrazione. Ogni tanto dal fondo della chiesa qualcuno leva il noto grido “santo subito”. Dopo la benedizione della salma iniziano i discorsi: si leggono le brevi note del Santo Padre e del Presidente Mattarella. Prendono poi la parola le nipoti di fratel Biagio con un commosso discorso in cui si mette in luce la sapienza e l’attenzione di Biagio conte verso i giovani: “Attenti alla droga e all’alcol”, diceva. Poi è il momento di padre Pino Vitrano: ha raccontato la sua vita accanto a quella di fratel Biagio: “Per me è stato un padre spirituale e un fratello, per questo non lo chiamavo mai Biagio, ma sempre fratel Biagio”. Finita la celebrazione, mentre il feretro si avvia verso l’uscita dal tempio, l’assemblea applaude, tanti i cellulari alzati per potere riprendere questo momento. E ancora “santo subito”, e ancora applausi, sempre più forti e prolungati. Un altro grido ripetuto “ Per costruire un mondo migliore”. Il feretro esce dalla cattedrale. Le forze dell’ordine assicurano con meticolosità il corretto andamento della sfilata.
Tanti si chiedono come mai non verrà sepolto in cattedrale; un sacerdote risponde che la sepoltura in cattedrale è riservata ai vescovi. Si apprende che Fratel Biagio Conte sarà seppellito nella Casa di preghiera per tutti i popoli in via Decollati nella sede della Missione Speranza e Carità, nella stessa chiesa dove, in questi giorni, i fedeli gli hanno dato l’estremo saluto come in un pellegrinaggio.
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