Politica

Caccamo, La Vardera: “Da sei anni nel comune palermitano l’acqua non è sicura, servono risposte urgenti”

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La non potabilizzazione dell’acqua di Caccamo ha innalzato molte polemiche e problemi vari.

A seguito di analisi effettuate su a campioni, il sindaco Fiore ha più volte emesso apposita ordinanza per vietarne il consumo umano.  In alcune occasioni, infatti, era intervenuta la protezione civile che aveva procurato un’autobotte per venire incontro ai cittadini.

L’Asp di Palermo con una nota indirizzata al Comune di Caccamo, aveva precisato che gli esami relativi agli ultimi prelievi avevano evidenziato la presenza di batteri nel pozzetto di contrada Sambuchi (Ente Gestore Siciliacque) e nei serbatoi di contrada Guardiola (Ente Gestore Amap).

«Nonostante la comunicazione ufficiale dell’Asp e dell’Amap di ritorno alla normalità, abbiamo chiesto ed ottenuto controlli serrati e costanti sia da parte degli Enti gestori e dell’Azienda Sanitaria. Come abbiamo fatto nei giorni scorsi, seguiremo con il massimo scrupolo le indicazioni dell’Asp, compiendo tutti gli atti necessari per tutelare la salute pubblica».

Innalzate su Facebook lamentele e proteste per la situazione invivibile dei caccamesi, esasperati di tali condizioni che riportiamo in seguito:

Questo è il risultato per chi paga l’acqua a peso d’oro”, scrive un utente.
Un altro, si unisce aggiungendo:
C’è stato da sempre superficialità e poco interesse nel capire e risolvere realmente il problema alla base.
Non si può dichiarare alla cittadinanza una verità a metà.
L’acqua o è potabile o non lo è, non può a seconda la giornata esserlo o no, ecco perché già da anni chi di dovere, aveva l’obbligo di attenzionare il problema, di capirne le cause e cercare di risolverlo alle origini.
Tutto ciò anni fa’ è stato evidenziato e reso pubblico da  alcuni nostri concittadini e non da chi ci rappresentava.
E malgrado le lotte, le
umiliazioni e il tempo dedicato negli anni a questa problematica, questi nostri concittadini non sono mai stati ascoltati, ed aiutati dalle autorità di competenza.
Penso che questi comunicati  siano poco credibili oramai.
L’unica certezza è che stiamo rischiando di ammalarci tutti, mentre la beffa è che paghiamo per ciò che non abbiamo  “acqua potabile”.
E poi, ancora:

Nel rientro di potabilità del 20/09/2022 non si evince, almeno ufficialmente in quanto il sindaco ha comunicato revoca dietro nota di rientro manganese da parte di Siciliacque e da parte di Amap, dunque tutto in autocontrollo degli enti, nota da parte dell’ASP.Forse, sarebbe stato opportuno, e necessario, aspettare parere dell’ente supremo per la TUTELA della salute:ASP.
Poi, bene per intervento immediato autobotte protezione civile, e io mi chiedo: e tutte le attività…? E tutte le contrade…? ( anche lì ci sono esseri umani, quali cittadini caccamesi, che stanno vivendo lo stesso disagio e preoccupazione…)”;

C’è da piangere come si vive così”;
“Ma io non vedo l’acqua sembra che esce dal rubinetto olio di oliva”.

A Caccamo l’acqua è di colore giallo da troppo tempo.  Non c’è sicurezza da sei anni.

Il Comune di Caccamo soffre un increscioso stato di disagio.  Un’emergenza idrica che crea non pochi problemi ai cittadini che sempre più frequentemente non hanno a disposizione nelle proprie abitazioni un bene ed un diritto, l’acqua potabile.

Per questo motivo, in risposta a ciò, l’onorevole Ismaele La Vardera, vicepresidente della commissione antimafia, ha depositato oggi un’interrogazione diretta al Presidente della Regione Renato Schifani ed all’assessore alla salute Giovanna Volo, per chiedere quando e quali iniziative hanno intenzione di attivare per rendere sicura l’acqua che arriva nelle case dei cittadini caccamesi.

“Un grave problema – dice il presidente di Sud chiama Nord – che bisogna risolvere nel più breve tempo possibile. Da anni i cittadini di Caccamo hanno grandi difficoltà nel ricevere acqua potabile all’interno delle proprie abitazioni. Questo di fatto nega il loro diritto a disporre di ‘acque pure’, oltre a mettere a repentaglio la loro salute. È una situazione che va affrontata con estrema emergenza e con le adeguate indagini per evitare che il problema si estenda a tutto l’ambiente ed al territorio circostante”.

 


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Matilde La Placa

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