Gli indagati sono indiziati, a vario titolo, per i reati di associazione per delinquere finalizzata al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti e autoriciclaggio.
Le indagini, condotte dagli specialisti del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Palermo – G.I.C.O., hanno
riguardato due gruppi criminali che avrebbero gestito due distinte piazze di spaccio attive a Mazara del Vallo nel
quartiere popolare di Mazara 2, attraverso una capillare rete di distribuzione in grado di perfezionare
quotidianamente molteplici cessioni di sostanza stupefacente, diversificandone l’offerta dal crack, alla marijuna,
all’hashish e alla cocaina.
Quale carattere comune ai due sodalizi investigati, sarebbe emerso il sistematico ricorso a un linguaggio criptico
per dissimulare la compravendita di sostanze stupefacenti che, a tal fine, venivano denominate “ricci”, “pesci”,
“magliette bianche o scure”, in relazione alle differenti tipologie di droghe trattate.
Le vicende oggetto di approfondimento investigativo sono state valorizzate anche in chiave economicopatrimoniale, acquisendo elementi indiziari che hanno permesso di ipotizzare, in capo a uno dei principali
indagati, il reato di autoriciclaggio, in quanto lo stesso avrebbe reinvestito parte del denaro frutto dell’attività
illecita nell’acquisto di un motopeschereccio, che fa parte dei beni oggetto del provvedimento di sequestro.
Sette dei destinatari delle misure cautelari, infine, risultano percepire direttamente o tramite il proprio nucleo
familiare il “reddito di cittadinanza”.
In conformità alle disposizioni vigenti, tale circostanza sarà oggetto di comunicazione all’INPS al fine
L’odierna attività di servizio testimonia la costante attenzione e il perdurante impegno della Guardia di Finanza, nell’ambito delle indagini delegate dalla Direzione Distrettuale Antimafia, nel contrasto del traffico e allo
spaccio di sostanze stupefacenti e nella conseguente aggressione dei patrimoni illecitamente accumulati, a tutela
della salute pubblica e dei cittadini onesti.
Si evidenzia che il provvedimento in parola è stato emesso sulla scorta degli elementi probatori acquisiti in fase
di indagine preliminare, pertanto, in attesa di giudizio definitivo, sussiste la presunzione di innocenza.
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