HimerAzione inaugura la nuova sede e presenta “Clandestini”, la mostra personale di Michele Iacono

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Il prossimo 4 dicembre a Termini Imerese si inaugura la mostra di pittura Clandestini

La nascita di una sede associativa è sempre carica di aspettative. Dopo due anni di attività finalmente HimerAzione ha un luogo fisico in cui incontrarsi, discutere e animare con il proprio impegno il territorio di Termini Imerese.

“Il 03/12/2022 inaugurando la sede, in Via Iannelli, 21, finalmente prende corpo l’idea di promozione della mission dell’associazione all’interno del contesto culturale, economico, sociale, geografico ed urbanistico della città di Termini Imerese, la nostra città, vale a dire: riscoprire i beni culturali e materiali della città; aiutare l’economia cittadina, in quanto la realizzazione di eventi mirati comporterebbe l’arrivo di capitali esterni e nuova imprenditoria; infine ripensare l’urbanistica, portando a una rivitalizzazione dei quartieri con nascita di nuovi processi di rinnovamento architettonico – si legge nella nota di HimerAzione guidata da Francesco Maramaldo – 

Se davvero sono tante le idee che saranno messe in atto nel rilanciare la promozione territoriale, non possiamo dimenticare le due straordinarie edizioni dell’Himera Art Festival 2021/22 in cui si sono alternati di giorno in giorno spettacoli che hanno dato spazio al teatro, alla musica, alla letteratura raccontando una città che si vuole viva per ricostruire una memoria del suo percorso storico e rilanciarla con il suo carico di riflessioni e analisi. Un luogo, la sede, in cui vivere giornalmente la quotidianità, sostenere i giovani nel loro percorso, promuovere quanto più possibile il senso civico di appartenenza a un territorio che sia aperto al dialogo e al senso critico e di partecipazione alla vita sociale.

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Convinti delle forti motivazioni che ci spingono alla promozione culturale, giorno 04/12/2022, inauguriamo una mostra personale dell’artista Michele Iacono, con un tema che proprio in questi giorni si presenta in tutta la sua drammaticità, i migranti, dal titolo suggestivo: I clandestini. Le tele, dipinte quasi vent’anni fa e mai esposte, conservano il valore artistico e simbolico su uno dei più scottanti problemi europei e mondiali – conclude la nota – Il tema, così carico di una sua valenza rappresentativa, apre il dibattito sull’arte e la letteratura nel nostro tempo su quegli aspetti che riguardano i fatti concreti e vitali dell’esistenza”.

In un passo del pieghevole, l’artista presenta così le sue opere:
“…I toni cupi, neri, esasperati, i cieli blu elettrici carichi d’inquietudine, i bianchi spettrali e i bruni materici, dello stesso colore della terra che ha visto nascere e scacciare uomini come figli indesiderati. Le tele dell’artista ritraevano l’angoscia dei fuggiaschi, la disperazione nei volti, l’afflizione negli occhi, le mani imploranti levate al cielo a chiedere soccorso al proprio Dio, per essere salvati da una morte certa. La pittura realista tornava a raccontare dell’uomo e della sua storia, delle sue speranze, non si celava dietro paraventi concettuali ma rivelava con forza la brutalità dell’esistenza…”
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