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Esclusa per eccesso di massa grassa, i giudici di Tar e Consiglio di stato confermano l’errata misurazione
Scrivono i giudici: “La conferma dell’erroneità della citata misurazione si evince dagli stessi atti matricolari depositati dall’interessata (e non contestati dall’Amministrazione), dai quali emerge che l’altezza dell’odierna appellata, che come dalla medesima riferito è stata nuovamente misurata all’atto del reclutamento, è risultata pari a 172 cm” (e non 170 cm, come rilevato dalla commissione, ndr).
Pertanto i giudici del Tar hanno accolto il ricorso e il Consiglio di Stato ha respinto l’appello del Ministero della Difesa e confermato la riammissione della candidata che è stata dunque assunta dall’Arma dei carabinieri.
«In molti casi – spiegano i legali Francesco Leone, Simona Fell e Raimonda Riolo, dello studio legale Leone-Fell & C. – l’inidoneità ottenuta al termine di una prova e la conseguente esclusione dal prosieguo delle prove di concorso può essere contestata. Non sempre, infatti, le valutazioni della commissione sugli accertamenti psicofisici e su quelli sanitari sono compiute in modo legittimo. Non di rado – precisano i legali che hanno difeso la candidata – le strumentazioni mediche utilizzate sono obsolete e gli esiti possono essere confutati richiedendo al giudice amministrativo la ripetizione dell’esame. Anche questa volta – concludono – siamo riusciti non solo a far riammettere la nostra ricorrente al concorso, ma anche a consentire la sua assunzione».
Non è il primo caso che si verifica in Sicilia:
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