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16 novembre si ricorda Giuseppe Moscati: un successo su anche la miniserie con Fiorello

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Uno dei Santi più “attuali” e “recenti “, che visse non troppo lontano dai giorni nostri, forse dei nostri nonni e per questo si sente più vicino come San Padre Pio ed altri o come fra gli ultimi, il Beato San Carlo Acutis che probabilmente verrà pure canonizzato. San Giuseppe Moscati è protettore dei medici e viene invocato per le guarigioni così come i Santi Cosma e Damiano.

 

La Biografia di San Giuseppe Moscati 

Avellino; qui nacque, nel 1836, il padre Francesco che, laureato in Giurisprudenza, nel corso della sua carriera fu giudice al tribunale di Cassino, Presidente del tribunale di Benevento, consigliere di Corte d’appello, prima ad Ancona e poi a Napoli. A Cassino, Francesco incontrò e sposò Rosa De Luca, dei Marchesi di Roseto[7], con un rito celebrato dall’abate Luigi Tosti[8]; ebbero nove figli, di cui Giuseppe fu il settimo.

Il 25 luglio 1880, all’una di notte,nacque Giuseppe Maria Carlo Alfonso Moscati. In seguito la famiglia di trasferirì ad Ancona e poi a Napoli..

Dopo il diploma di maturità classica, nel 1897, iniziò gli studi universitari presso la facoltà di Medicina. Il motivo di quella scelta,  forse dovuto al fatto che, dalla finestra della nuova abitazione, poteva osservare l’Ospedale degli Incurabili, che suo padre gl’indicava suggerendogli sentimenti di pietà per i pazienti ricoverati o forse perché  suo fratello Alberto, caduto da cavallo, subì un trauma cranico, che gli produsse una forma di epilessia e rivolse a lui le prime amorevoli cure ed attenzioni. Quest’evento probabilmente persuase il giovane di  dedicarsi  interamente alla professione medica.Nell’epidemia di colera del 1911 fu  incaricato di effettuare ricerche sull’origine dell’epidemia: i suoi consigli su come contenerla contribuirono a limitarne i danni.
Tra gli elogi che arrivavano da parte del mondo accademico, gli giunse anche la vittoria in un importante concorso, che lo inserì a pieno titolo nell’attività dell’Ospedale degli Incurabili. Portava avanti sia l’esercizio della professione che la libera docenza universitaria.

Una vita dedicata prossimo, alla modestia e alla Vergine Maria

Non si concedeva altri svaghi come andare a teatro o al cinema e non aveva neppure un’automobile sua, preferendo spostarsi a piedi o coi mezzi pubblici, anche sulla lunga distanza.
Erano tutti modi con cui si esercitava a conservarsi sobrio e povero, come gli ammalati che prediligeva visitare. Numerosi sono i racconti di pazienti che si videro recapitare indietro la somma con cui l’avevano pagato, anche se ne aveva diritto essendo venuto da lontano. I poveri, per lui, erano «le figure di Gesù Cristo, anime immortali, divine, per le quali urge il precetto evangelico di amarle come noi stessi»
Solo la carità per lui, poteva cambiare il mondo.
Riceveva quotidianamente, l’ Eucaristia, nella chiesa del Gesù. Grande era anche la sua devozione alla Vergine Maria, sul cui esempio decise, nel pieno della maturità, di rimanere celibe, ma senza farsi religioso e né di diventare sacerdote. Se avesse preso moglie non avrebbe potuto dedicarsi totalmente ai poveri,far loro visita. Fu stroncato da un infarto sulla sua poltrona a soli 46 anni.

Il miracolo più importante per la canonizzazione

Sono diversi i miracoli dopo la sua morte, in particolare,ai  fini della canonizzazione, la Chiesa cattolica ha ritenuto miracolosa la guarigione di Giuseppe Montefusco, ammalato di leucemia, avvenuta nel 1979. Il giovane, nel.1978,era ventenne e cominciò ad avere disturbi a causa dei quali, il 13 aprile dello stesso anno, fu ricoverato all’ospedale Cardarelli di Napoli, dove gli fu diagnosticata una leucemia acuta mieloblastica. Mentre non rispondeva alle terapie ed era considerato senza speranze di guarigione, sua madre sognò una notte la foto di un medico in camice bianco: dopo essersi consultata col parroco, si recò alla Chiesa del Gesù Nuovo, dove riconobbe nella foto di Giuseppe Moscati il medico visto in sogno. Furono rivolte allora al Moscati, all’epoca beato, preghiere collettive, e il Montefusco, nel giugno 1979, guarì, interrompendo ogni cura e riprendendo il lavoro di fabbro.

Il caso fu sottoposto alla Congregazione per le Cause dei Santi che, il 27 marzo 1987, promulgò il decreto sul miracolo, confermando “La modalità della guarigione relativamente rapida, completa e duratura, non spiegabile secondo le conoscenze mediche”.

Il 25 ottobre 1987, in piazza San Pietro, Giovanni Paolo II canonizzò Giuseppe Moscati; alla cerimonia era presente anche Giuseppe Montefusco, che in quell’occasione donò al Papa polacco un volto di Gesù in ferro battuto, da lui realizzato.

Cinematografia:

Un successo la miniserie del 2007 trasmessa su Rai Uno con Beppe Fiorello protagonista
L’amore che guarisce” che tanti sicuramente ricordano dove come sfondo c’è una
Napoli del 1906. Giuseppe Moscati è un giovane medico che si appresta a prendere servizio in uno degli ospedali della città. La passione per il suo lavoro si unisce, ben presto, ad un impegno sociale costante che lo porta ad essere vicino ai più bisognosi.
Fra gli altri interpreti ricordiamo oltre a Giuseppe Fiorello, Ettore Bassi, Kasia Smutniak, Paola Casella, Emanuela Grimalda.

Preghiera a S.Giuseppe Moscati

San Giuseppe Moscati prega per noi e per il mondo intero insieme alla Santa Vergine Maria e tutte le anime del Paradiso,sia la tua vita per noi un esempio da seguire per portare conforto ai fratelli che il buon Dio ci ha messo nel cammino della nostra vita. Intercedi per noi presso Dio e ottienici la guarigione del corpo e dello spirito, liberaci da ogni pericolo e assistici in modo particolare nella malattia e nell’ultima agonia.
O Santo dei medici, o Santo in mezzo ai poveri,ti sei fatto simile a Gesù per portare sollievo ai corpi malati e per portare consolazione alle anime che si affidavano al tuo buon cuore.
San Giuseppe Moscati mi affido a te non solo ora ma tutti i giorni della mia vita, difendimi da ogni avversità ogni giorno della mia vita e ottienimi la grazia di cantare in eterno insieme a te l’infinita gloria di Dio”.

Amen


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Matilde La Placa

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