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Il rapporto tra Enti pubblici e Terzo Settore ha accompagnato, con accenti e posizioni diverse, il dibattito di questi anni
Due le principali visioni: chi considera queste relazioni simili a quelle di mercato, ritenendo che grazie alla
competizione si possano garantire ai soggetti pubblici e dunque ai cittadini la disponibilità di
servizi con il miglior rapporto qualità prezzo; chi considera inappropriato parlare di acquisto di servizi perché il terzo settore realizza, almeno in parte, un certo intervento in modo autonomo e con proprie risorse; e la relazione
con il soggetto pubblico, in questo caso non identificabile come un approvvigionamento di servizi, nasce dalla libera volontà di entrambi di integrare reciprocamente le proprie azioni per perseguire al meglio i propri obiettivi (esempi sono i “patti di sussidiarietà” della Regione Liguria, i patti di collaborazione scaturiti dai tanti Regolamenti per
l’amministrazione condivisa approvati dai comuni in questi anni).
In questo scenario, il Codice del Terzo settore e in particolare l’articolo 55 è intervenuto inaugurando una nuova stagione di esperienze collaborative.
I nuovi strumenti giuridici offerti dalla riforma
Il Codice del Terzo settore apre una nuova stagione di riflessioni su questo tema definendo un
insieme di soggetti che persegue l’interesse generale – il Terzo settore, appunto – iscritti ad uno
specifico albo, partner di enti pubblici con i quali condividono il medesimo orientamento a
perseguire l’interesse generale.
I due orientamenti – l’omologazione al mercato e la rivendicazione di una specificità del Terzo
Settore – danno vita ad una dialettica, che purtroppo sfociano in quello che stiamo vivendo a Termini
Imerese per l’assegnazione della struttura della Casa del Volontariato e non solo.
SCEGLIERE LA STRADA GIUSTA: IL BIVIO TRA COMPETERE O COLLABORARE
Siamo ad un bivio, che porta ad esiti diversi e a strumenti amministrativi conseguenti.
La strada di partenza è comune: le relazioni fra PA ed Enti di Terzo Settore (Ets) sono ispirate ai
principi di perseguimento dell’interesse pubblico, di efficacia, di trasparenza (e quindi evidenza
pubblica), di parità di trattamento e, più in generale, di buon andamento della Pa, ai sensi dell’art.
97 della Costituzione. Ma di lì in avanti, si aprono due strade diverse e alternative rispetto a come
enti pubblici e terzo settore possono relazionarsi:
Terzo settore e mercato: il paradigma competitivo (Bandi pubblici)
Costruire insieme gli interventi: il paradigma collaborativo (Tavoli di co-progettazione)
Discutiamone insieme
Si invitano cittadini, Amministrazione e Consiglio Comunale ed Enti Terzo Settore a partecipare
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