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I fatti risalgono al 21 aprile 2017, una giornata di pioggia insolita per quel periodo e nella prova speciale di Piano Battaglia, in un’uscita di strada autonoma, persero la vita il pilota Mauro Amendolia e un commissario di gara Giuseppe Laganà travolto dal veicolo guidato da Amendolia.
Il pilota era al voltante di Bmw Mini Cooper con a fianco la figlia, che era rimasta ferita. Secondo quanto hanno accertato le perizie non avrebbe allacciato le cinture di sicurezza morendo sul colpo dopo aver perso il controllo dell’auto.
Secondo l’accusa, gli imputati avrebbero dovuto vigilare ed accertarsi che venissero rispettate tutte le norme di sicurezza del percorso e quelle disposte per i piloti. Comprese le cinture. La figlia della vittima, che le indossava, si salvò. Non è dello stesso avviso il giudice che ha assolto gli imputati. Prosegue con il rito ordinario, invece, il processo a carico del presidente dell’Aci ed organizzatore della gara, Angelo Pizzuto. Della morte del commissario di gara, invece, è stato considerato responsabile solo Amendolia che lo travolse e uccise.
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