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Si va sempre più avanti per poter raggiungere l’obiettivo prefissato di poter aiutare Aurora
Siamo così anche noi andati a “Largo Ponte“, a Polizzi Generosa, che da sempre si occupa ad ampio raggio di tante iniziative di beneficienza, per conoscere il suo “guardiano”.
È così che si è fatto chiamare Bartolo, il quale si è messo a capo delle varie iniziative promosse in aiuto e supporto ad Aurora e della sua famiglia.
Insieme a una squadra di collaboratori hanno avanzato a sempre più idee ed iniziative valide in sostegno ma anche in solidarietà di questa bambina affinché le possa essere restituito un sorriso da poter tenere stretto. Le sarà restituita in mano una vita serena, spensierata, comune a tanti altri bambini.
Fra gli ultimi contributi pervenuti, c’è stato quello di Emanuele Liarda, giovane artista di Polizzi Generosa che ha messo a disposizione la sua arte a scopo benefico realizzando un bellissimo quadro su tre rappresentazioni figurate che attraverso un sorteggio, dopo aver acquistato dei biglietti, il ricavato della vendita del trittico sarà devoluto alla famiglia di Aurora.
Anche lui come tanti altri ha utilizzato il suo dono, per rendersi utile ed essere d’aiuto. Questo quadro, oltretutto, è molto significativo: vuole infatti raccontare questa storia, descrivere in chiave metaforica le varie iniziative e fatte finora, il continuare questo “viaggio immaginario” per il raggiungimento di un obiettivo che oramai è diventato comune a tanti, finalizzato a raggiungere la cifra necessaria per le cure di Aurora.
Quindi l’arte diventa espressione, mezzo, ancora una volta strumento per dare un un messaggio da interpretare, questa volta di solidarietà e vicinanza.
“La metafora della mongolfiera” di Largo Ponte e “L’osservatore di stelle”, il quadro di Emanuele Liarda
Il disegno di Emanuele, nato dalla sensibilità e dalla sua particolare arte, vuole racchiudere l’operare di Largo Ponte, precedere il loro spendersi con altruismo ovvero creare una mongolfiera che è metafora di amore, di speranza, allo stesso modo la macchina che si è venuta a creare grazie alla collaborazione e all’ aiuto di più persone che hanno accolto questo “donarsi”.
Così, questa navicella è il viaggio che farà finalmente Aurora verso la guarigione dove tutti possono accompagnarla salendo a bordo e il “salire”, giungendovi all’interno, non è che un afferrare una mano, la propria che si unisce a quella di Aurora e che si unisce a quella di altri.
L’offrire quindi il proprio aiuto è un aggiungere un palloncino da attaccare alla mongolfiera di Aurora di salire sempre più in alto raggiungendo la meta stabilita.
Emanuele ha dipinto una luna che è, appunto, l’obiettivo prefissato che sembra essere lontano ed irraggiungibile ma poi, grazie agli altri ed al tessere queste grandi relazioni sociali di solidarietà e d’amore per il prossimo, si riesce a ad arrivare a ciò che sembra irraggiungibile.
E, quindi, si vede nell’ultima scena di questo trittico di quadri, un bambino di spalle che guarda meravigliato ciò che ha raggiunto ed è finalmente dinanzi a sé.
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