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Nel dicembre del 2021, la seconda sezione della Corte di Assise aveva condannato il trabiese Giuseppe Sunseri a dieci anni di reclusione, riqualificando il reato da omicidio volontario a omicidio preterintenzionale, come richiesto dall’avvocato Giuseppe Minà. Il pm Alessandro Macaluso aveva chiesto 22 anni.
Il giovane trabiese avrebbe colpito con due violenti schiaffi sul viso il nonno paterno Giuseppe Sunseri, suo omonimo, ottant’anni (clicca qui per vedere cosa è successo).
Il fatto
L’anziano avrebbe perso l’equilibrio, avrebbe urtato la testa contro il muro, sarebbe caduto a terra, si sarebbe provocato una contusione e, rimasto privo di sensi a terra, avrebbe iniziato a perdere del sangue. Il comportamento dell’imputato determinava un ritardo nei soccorsi, motivo per cui tale ritardo è stato ritenuto dalla pubblica accusa un comportamento omissivo.
In particolare, è stato ritenuto responsabile del fatto che non avendo prestato i soccorsi immediatamente, sia pure dopo il fatto, si sarebbe determinata la perdita di sangue che unita alle altre complicanze avrebbe provocato il decesso dell’ottantenne. Per l’accusa si tratta di omicidio volontario, aggravato dalla circostanza che il fatto sarebbe stato commesso nei confronti dell’ascendente.
Al processo è prevalsa la strategia difensiva dell’avvocato Giuseppe Minà in merito all’inquadramento del reato in omicidio preterintenzionale.
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