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Dopo il malore Enzo Gragnaniello commuove i fans sui social: “Ora sto bene e sono a casa”

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«Ciao a tutti, volevo informarvi che ora sto bene e sono a casa…Grazie a tutti coloro che sono stati in ansia per me e mi sono stati vicino con infinito affetto. Inoltre, ringrazio i ragazzi del primo soccorso che erano dietro al palco la sera dell’11 ottobre, il 118 e un grazie infinito al Cardiologo Rocco Perrotta che è intervenuto la notte in cui sono stato male, a tutta l’equipe del reparto di cardiologia dell’ospedale Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta (utic e cardiologia universitaria). Un bacio a tutti e ci vediamo presto».

Queste le parole del musicista e cantante napoletano Enzo Gragnaniello su un post Facebook per rassicurare i suoi fans dopo l’infarto che lo ha colpito lo scorso 11 ottobre mentre si esibiva in concerto a Camigliano, in provincia di Caserta.

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Enzo Gragnaniello, la biografia

 

Enzo Gragnaniello nasce a Napoli il 20 ottobre 1954. Cresce in vico Cerriglio, alle spalle di piazza Borsa e, per pochi spiccioli, suona tamburi e canta per chi già apprezza le emozioni che esprime la voce di quel bambino.
A 18 anni compone le sue prime canzoni, i cui temi mescolano rabbia e amore, storie di emarginati e di speranza. Nel 1976, a Berlino, Enzo partecipa ad un importante festival dedicato alle tradizioni popolari.
Nel 1977 forma il gruppo “Banchi Nuovi” insieme a Gennaro De Rosa, Lorenzo Piombo, Roberto Porciello e Francesca Veglione. Il nome è mutuato dal comitato dei Disoccupati Organizzati di cui il medesimo Enzo faceva parte. In cambio di un letto e di un panino con la salsiccia, il gruppo suona alle feste dell’Unità. L’impegno sociale e politico si coniuga al percorso di riscoperta delle radici popolari della musica e della canzone napoletana.

Nel 1983 pubblica il primo album da solista dal titolo “Enzo Gragnaniello”, cui segue nel 1985 “Salita Trinità dei Monti”, la via dei Quartieri Spagnoli dove Enzo vive. Nel 1986 riceve la Targa Tenco per la migliore canzone dialettale con il brano “Giacomino”.
Riceve una seconda Targa Tenco nel 1990 per il brano “Fujente” che dà il titolo all’omonimo album.
Nel 1991 interpreta assieme a Mia Martini e a Roberto Murolo il brano “Cu’ mmè” che rilancia a livello internazionale la canzone napoletana moderna. Il brano, diventato subito molto popolare in Spagna, verrà tradotto in diverse lingue e sarà utilizzato come colonna sonora dello spot televisivo sul G7 che si svolgerà a Napoli nel 1994.
Nel 1992 esce “Veleno, mare e ammore”, album in cui Enzo collabora con Renzo Arbore nella canzone “Smog & stress”, con Mia Martini nel brano “Mondi blu” e con Fausta Vetere nel brano “Quartieri”.

Oltre al dialetto, compone anche canzoni in italiano, pubblicate negli album “Un mondo che non c’è” del 1993 e “Cercando il sole” del 1994. Enzo Gragnaniello, in più, si conferma un eccellente autore di canzoni anche per altri artisti: per Mia Martini scrive “Donna” (1989) e “Stringi di più” (1990), per Roberto Murolo scrive “Sta musica” (1991) e “Cercanno ’nzuonno” (1992), per Adriano Celentano scrive “Cercami” (1996), per Gerardina Trovato scrive “Il sole dentro” (1997), per Andrea Bocelli e Dulce Pontes scrive “’O mare e tu” (1999).
La sua musica è un mix di culture e di suoni di tutto il mondo: dal fado portoghese al rock, dalle sonorità etniche alle melodie partenopee. Come lo stesso artista afferma, la sua musica “non ha frontiere né limiti, perché arriva dritto all’anima”.
Nel 1995 pubblica l’album “Posteggiatore abusivo” in cui con voce e chitarra reinterpreta alcuni classici della canzone napoletana.

Nel 1998 pubblica “Neapolis Mantra”, un album interamente strumentale in cui convergono i suoni sacri e rituali della musica etnica.
Nel 1999 interpreta con Ornella Vanoni la canzone “Alberi” in gara al 49° Festival di Sanremo. Sempre nel 1999 vince per la terza volta la Targa Tenco per l’album “Oltre gli alberi”. Inoltre, tiene una serie di concerti al Teatro San Carlo di Napoli che, per la prima volta, apre le porte ad un cantante pop. Nel dicembre 1999 la Rai-Eri, in collaborazione con Alfredo Guida editore, pubblica un volume dal titolo “Enzo Gragnaniello. Dai Quartieri al San Carlo”, scritto da Renato Marengo e Michael Pergolani; al libro è allegato un CD musicale con 4 brani (di cui 2 inediti).
Nel 2000 ritroviamo Enzo Gragnaniello nel cast di Aitanic, film di Nino D’Angelo, nel quale interpreta il ruolo di un tassista.

Nel 2001 esce “Balia”, risultato di oltre un anno di lavoro, un album in cui si alternano l’italiano e il napoletano. Ogni brano evoca i suoni del mondo e racconta una storia intensa, a partire da “Sempre più su”, in cui la storia personale e la sensibilità dell’artista si traducono in canzone. I testi parlano direttamente alla gente e comunicano una visione della vita che fonde razionale ed irrazionale.
Dalla collaborazione con James Senese, nel 2003 esce “Tribù e passione”, un tributo alla tradizione classica della canzone napoletana che nasce, prima ancora che come progetto discografico, come espressione musicale di un incontro tra due anime musicali sensibili.
Nello stesso anno l’editore Guida pubblica “Cosa vuoi di più”, un libro di 100 pagine scritto da Enzo Gragnaniello che racchiude un insieme di riflessioni silenziose e di pensieri in libertà, piccoli disegni e poche parole per esprimere grandi sensazioni ed emozioni.

Del 2005 è “Quanto mi costa”, un lavoro che si discosta dalle sonorità degli album precedenti ed utilizza principalmente la lingua italiana.
Nel 2007 esce “L’erba cattiva”, album in cui il napoletano si comprende benissimo e risulta come sempre poetico, con testi che dimostrano le grandi doti linguistiche dell’artista.
Nel 2009 l’editore Guida, in collaborazione con il quotidiano “Il Mattino”, pubblica un libretto di 80 pagine a cura di Pietro Gargano, intitolato “Enzo Gragnaniello. Lo sciamano dei quartieri”.
Nel 2010 gli viene conferito il premio Artistico Culturale e Musicale “Armando Gill”, per aver fatto dell’estemporaneità e della ricerca poetica popolare il suo cavallo di battaglia.
Nel 2011 viene pubblicato “Radice”, un disco di canzoni d’amore suonato con i Sud Express in cui si ritrovano contaminazioni musicali, temi alti e la sua inconfondibile voce, roca e affascinante.

Del 2015 è “Misteriosamente”, in cui la musica di Enzo Gragnaniello si mescola alla sua voce profonda, ruvida e allo stesso tempo dolce, creando un’atmosfera magica che accompagna l’ascoltatore in un viaggio di vita immaginario.
Nello stesso anno, l’artista viene premiato al “DiscoDays – Fiera del Disco e della Musica”.
Nel 2017 Enzo Gragnaniello firma la colonna sonora di “Veleno”, un film drammatico diretto da Diego Olivares che racconta la storia vera di due contadini casertani della “Terra dei Fuochi”.
Nel 2018 ottiene la candidatura al David di Donatello per il brano “Vasame” interpretato da Arisa ed incluso nella colonna sonora del film “Napoli velata” di Ferzan Ozpetek.
Nel 2019 pubblica l’album “Lo chiamavano vient’ ’e terra”, per il quale riceve per la quarta volta la Targa Tenco.

FONTE BIOGRAFIA E FOTO


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Redazione

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