Non tutti i gestori permettono la rateizzazione, dunque è bene informarsi se un’azienda fornisce il servizio al momento di scegliere a quale azienda affidarsi.
«Chiunque sottoscriva un contratto di fornitura di gas o elettricità, tra le tante cose che deve verificare – dice Fabrizio Ghidini, presidente della Federconsumatori di Parma – è se il venditore si è dotato di un documento che si chiama “Carta dei servizi”, che regola, oltre al contratto, il rapporto tra il venditore e il consumatore in riferimento a tutti gli aspetti del loro rapporto, come ad esempio la rendicontazione mensile. Ed è in questo documento che si trovano le norme che riguardano la rateizzazione del debito, quindi quando si può fare, quali sono gli importi e il numero delle rate».
Di fatti, la Carta dei servizi non è obbligatoria nel mercato libero, e quindi non a tutti si offre la possibilità di dilazionare il proprio debito. Nella situazione di mercato tutelato, invece, tutti godono della possibilità della dilazione, così infatti continua Ghidini: «Per quanto riguarda invece il mercato tutelato, gli utenti hanno garanzie in più qui le norme sulla rateizzazione ci sono a prescindere dalla Carta dei servizi, in quanto Arera stabilisce che il cliente ha sempre diritto alla rateizzazione per importi superiori ai 50 euro, e in caso di mancato accordo, qualora non siano specificate le modalità di rateizzazione, si stabilisce che le rate devono avere importo uguale».
A inizio anno, il governo, con uno specifico decreto, è intervenuto sulla questione della rateizzazione, introducendo a tutela dei consumatori la possibilità di rateizzare le bollette, per andare in contro ai consumatori in questo momento di crisi, imponendo a tutte le aziende fornitrici di applicare alcuni criteri di rateizzazione, come ad esempio il 50% sulla prima rata e sulle altre di uguale importo, fino ad un massimo di dieci rate. Anche alcune associazioni a tutela dei consumatori si erano preoccupate di stringere accordi con le società, a favore di rate iniziali più basse e più lunghe.
Il decreto, però, a metà anno non è stato rinnovato, in quanto i costi si sono rivelati troppo alti, essendo stati stanziati un miliardo e 300 milioni di euro alle aziende per compensare le loro entrate.
In vista degli aumenti di consumo di energia a fronte della stagione più fredda che sta per arrivare, è possibile dunque fare affidamento soltanto al proprio fornitore, nel caso in cui questo sia tra quelli che erogano tale servizio.
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