E pare furono proprio i Florio, che Domenico conosceva personalmente, ad “incitarlo” a praticare l’automobilismo sportivo. Domenico Rotolo nasce a Termini Imerese il 25 novembre del 1909. La mamma si chiamava Maria, una nostra graziosa concittadina, che il padre, macchinista di treni a carbone nelle ferrovie, aveva conosciuto e sposato mentre per lavoro frequentava la nostra città.
Mimì, come tutti affettuosamente lo chiamavano, era un giovane alto di statura e di bell’aspetto. Vestiva sempre in maniera elegante ed era particolarmente gradito alle ragazze; tante delle quali conosceva frequentando i salotti della borghesia. Ebbe tre figli; Antonio, Mariella e Franco. Ed è stato proprio quest’ultimo, un caro amico con il quale ai tavoli della Società Operaia “Paolo Balsamo” spesso condividiamo ricordi, a parlarmene con particolare emozione. Del padre racconta che fu uno dei primi termitani ad aprire in città una autorimessa; il suo garage era in via delle Macine, proprio davanti ad un altro storico garage, l’Imera; che successivamente sarebbe diventato un cinema. Aveva ben cinque macchine; il lavoro andava a gonfie vele, e Mimì con quei guadagni, sosteneva anche la forte passione per le corse automobilistiche.
Tutto fu ripristinato come per incanto : dalle biancheggianti tribune, ai box, alla direzione corsa, al sistema di partenza; ed il gusto di Florio poté sbizzarrirsi ancora nell’adornare il tutto con gli indimenticabili festoni di agrumi e di alloro. La commozione del pubblico e la festa dei paesi fu inenarrabile….”
Ancora con quella macchina Mimì Rotolo parteciperà anche alla Florio del 1952. Questa gara, corsa da Mimì con grinta e passione, lo vide però ritirarsi al quarto degli otto giri previsti; lasciando nella delusione le centinaia di tifosi termitani che in treno, ma tanti anche a piedi, avevano raggiunto le tribune per applaudirlo. Sempre con la stessa macchina, ma stavolta nel 1953, Rotolo oltre che al giro di Sicilia ed alla Targa Florio, partecipa al GP di Pergusa dove si classifica al 10° posto.
Poi, tra le mani di Mimì, arriva una Osca MT4 1000; macchina con un volante di dimensioni esagerate, che rendeva la guida particolarmente difficoltosa. Lui, data la sua notevole altezza, in quell’abitacolo entrava a stento; ed un suo amico che lo seguiva spesso, ricordava di come una volta, scendendo da quell’auto dopo una corsa, pare ebbe a dire: “Ogni vota m’arricampu a casa cu l’ossa rutti” !
E con quella macchina il nostro Mimì fu presente a tante edizioni della Targa; a cominciare dal 1955 anno in cui, in quella corsa ed in quelle strade, ebbe a gareggiare pure il mitico Juan Manuel Fangio. E dopo i ritiri degli anni precedenti, grande fu la soddisfazione di Rotolo che fini stavolta la gara classificandosi 14° assoluto, 12° in categoria sport, e 1° nella classe fino a 1100 cc. Un risultato eccezionale se si pensa che in quella edizione, tra i 47 partenti, oltre al campionissimo Fangio, c’era anche gente come Maglioli, Castellotti, Moss e Gigi Villoresi; che però si ritirava al 5° giro, si dice dopo avere investito un cane.
Compagni di guida di Rotolo furono in quegli anni e fino al 1964, Luigi Di Pasquale, Mantia, Sirchia, Alotta, Cavalieri, ed in ultimo Filippo Di Liberto. Erano tempi in cui fra i tornanti delle Madonie, oltre ai campioni già menzionati, si vedevano sfrecciare anche piloti come, Von Trips, Gendebien, Musso, Taruffi; giusto per citarne alcuni. Una gara difficile e snervante fra curve infide, che il nostro Rotolo però ben conosceva e che in un articolo sul numero di “Autosprint” del 1969 venivano così descritte:
“……E’ facile capire l’impegno e l’abilità che esige il circuito della Targa, sviluppantesi in una strada tormentata con cunette, salti, curve di tutti i tipi in un continuo ed attento cambio di marce ed in una snervante guida di alta precisione per trovare le traiettorie e il fondo migliore…”
Mimì, come ancora ricorda il figlio Franco, di Targhe ne corse ben quattordici; credo ancor più che lo stesso Vaccarella. Ma, sempre applaudito e circondato dall’affetto di colleghi e spettatori, timbrò il cartellino pure in tante altre gare. Molte furono infatti le sue partecipazioni anche alla classica cronoscalata del Monte Pellegrino, alla Sila, alla Catania-Etna e pure alla Biella-Oropa.
Tante le coppe vinte; e fu sempre tra i primi nelle classifiche di categoria. Per la popolarità e la simpatia di cui godeva, Domenico Rotolo viene anche ricordato nel libro di Antonino Colombo dal titolo “Collesano e la Targa Florio”; che racconta l’epopea di questa bellissima ed emozionante corsa e dei piloti che ne hanno fatto la storia. Di lui si parla anche in un interessante articolo pubblicato sul giornale “La Provincia”, dove l’autore, Pietro Diliberto, così scriveva:
“……Rotolo è uno di quelli che si è fatto da se; si è incamminato per la sua strada senza aiuto alcuno, senza un minimo incoraggiamento, tranne quello degli amici……”Mimì sei un grande” gli hanno gridato gli amici prima ed i termitani tutti, dopo le sue prime prestazioni….”
Mimì moriva all’età di 75 anni il 25 novembre del 1984, lasciando nello sconforto i familiari ed i tanti appassionati termitani che ne avevano apprezzato le gesta, e che ancora oggi ne conservano un piacevole ricordo.
Ma la sua passione per le corse automobilistiche è stata contagiosa, e ben raccolta dagli eredi.
E così prima il figlio Antonino, poi il nipote Mario, Domenico, ed adesso il pronipote Ninni, anch’esso giovane e brillante pilota, hanno ben pensato di portare avanti questa ormai antica tradizione di casa. Una tradizione che fa dei Rotolo una famiglia di “drivers” di prim’ordine, che tanto lustro hanno dato e continuano a dare allo sport di Termini Imerese.
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