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Censimento completo dei “patriarchi verdi”, sensibilizzazione della cittadinanza, soprattutto dei giovanissimi, potenziamento degli interventi di salvaguardia e valorizzazione di questi tesori vegetali, con il pieno coinvolgimento dei Comuni. Sono questi gli obiettivi perseguiti dalla Regione Siciliana negli ultimi anni e illustrati in occasione del primo Convegno internazionale sugli alberi monumentali, con oltre 100 studiosi provenienti da diverse regioni d’Italia e dall’estero, in corso all’Orto Botanico di Palermo e organizzato dall’Università di Palermo-SiMua, dal Corpo forestale della Regione Siciliana, dalla Società botanica italiana.
Nel 2004 l’ex Azienda regionale Foreste demaniali, oggi confluita nel dipartimento dello Sviluppo rurale, ha curato il primo censimento di questo patrimonio. In forza della legge 10 del 2013, il Corpo forestale ha istituito l’Elenco regionale degli alberi monumentali che oggi conta 307 esemplari, di cui 75 in ambito urbano; le specie più rappresentate sono le latifoglie ed in particolare le querce. Gli alberi monumentali censiti sono presenti in tutte le province, tranne Caltanissetta e Trapani, in 71 comuni dell’Isola, prevalentemente nei territori delle Città metropolitane di Palermo (128 esemplari, di cui 46 in contesto urbano) e Catania (54 esemplari) e interessano ambiti paesaggistici e ambientali che ne esaltano il loro valore, mentre quelli presenti in ambito urbano con la loro maestosità e bellezza rendono magnifica l’area circostante.
Da una stima effettuata dall’Università degli Studi di Palermo, nell’Isola si conterebbero oltre 1.200 alberi con caratteristiche di monumentalità, dunque per il futuro si attende un’implementazione dell’attività.
«Dal 2021 il Comando del Corpo forestale della Regione Siciliana – spiega il dirigente generale Giovanni Salerno – ha messo in atto una strategia che ha rafforzato l’attività di individuazione di nuovi esemplari con caratteri di monumentalità, da inserire nell’Elenco regionale e in quello nazionale, ma soprattutto punta ad avviare insieme con i Comuni, gli Orti botanici della Sicilia, le Università di Palermo, Catania e Messina, azioni finalizzate a promuovere interventi volti alla cura, salvaguardia e valorizzazione del patrimonio di alberi monumentali in Sicilia, ma anche ad accrescere le competenze del personale tecnico e far crescere nella cittadinanza la consapevolezza del valore di questi “tesori viventi”, da rispettare e tutelare».
I riconoscimenti conseguiti dal “Castagno dei Cento Cavalli”, albero monumentale ricadente nel Parco regionale dell’Etna, quale “Albero italiano 2021” nell’ambito del concorso nazionale “Tree of the Year 2021”, e la sua collocazione al quarto posto al concorso internazionale “European Tree of the Year 2022”, rappresentano alcuni risultati di questa nuova strategia.
Inoltre, con il sostegno finanziario del Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali, nel corso del biennio 2021-2022 sono state avviate diverse attività, tra cui il coinvolgimento e sensibilizzazione delle scolaresche. Tra queste iniziative c’è anche un progetto con l’Istituto superiore Majorana di Palermo, con la partecipazione degli studenti dell’indirizzo agrario e di quello grafico-pubblicitario, che hanno realizzato due loghi in tema di alberi monumentali, utilizzati proprio per il convegno internazionale in corso a Palermo e per l’Elenco regionale.
A puntare l’attenzione sui rischi ambientali a cui sono sottoposti questi “tesori verdi” è il dirigente generale del dipartimento dello Sviluppo rurale, Mario Candore: «La maggior parte degli alberi monumentali si trovano in aree del Demanio forestale gestito dal dipartimento dello Sviluppo rurale e proprio grazie all’azione di salvaguardia e tutela condotta da decenni dall’amministrazione forestale, è stata possibile la loro sopravvivenza sino a giorni nostri». Dagli abeti delle Madonie di Vallone Madonna degli Angeli a Polizzi, agli olivi della Valle dei Tempi di Agrigento, alla Tassita di Caronia sui Nebrodi, «si tratta di esemplari di diverse centinaia di anni (da 200 a 1000) selvatici o coltivati da antica data – sottolinea Candore – presenti in formazioni forestali a differente grado di naturalità o come relitti all’interno di ecosistemi agroforestali della Sicilia. Gli alberi monumentali di qualsiasi specie e a qualunque latitudine sono testimoni viventi della nostra storia e rappresentano un patrimonio di tutta l’umanità, la cui salvaguardia non deve mai abdicare dalla sua finalità più strettamente umanistica, per contribuire a ripristinare l’ancestrale legame tra uomo e natura, oggi seriamente compromesso».
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