«La sentenza di condanna nei confronti di Pietro Morreale non servirà a riportare in vita Roberta, ma certamente gli renderà giustizia: oggi la Corte di Assise di Palermo ha riconosciuto Pietro Morreale autore dell’efferato omicidio della giovane Roberta.
Ci siamo limitati a riportare i fatti dapprima nella fase delle indagini preliminari e successivamente all’interno del processo e, a conclusione di ogni udienza ci rendevamo conto che quello che inizialmente era un sospetto si appalesava sempre di più come una certezza.
Il mio plauso va agli investigatori, i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Termini Imerese e al dott. Giacomo Barbara, sostituto procuratore della Repubblica del Tribunale di Termini Imerese.
Non hanno tralasciato nulla di intentato approfondendo tutti i temi di indagine senza alcun pregiudizio, spinti solo ed esclusivamente a ricercare la verità, a cercare di comprendere cosa fosse accaduto quella maledetta sera del 24 gennaio 2021: tutti gli indizi però conducevano ad una sola pista, e cioè a Pietro Morreale quale autore dell’omicidio e dell’occultamento del cadavere.
Per quanto riguarda la pena dell’ergastolo come uomo, come padre, come avvocato non posso esultare di fronte ad una siffatta condanna nei confronti di un ragazzo poco più che ventenne: un dramma all’interno di una tragedia.
Dall’altro lato però lo stesso ragazzo poco più che ventenne non ha fatto nulla per impedire che ciò accadesse: ha mantenuto un comportamento processuale senza mostrare alcun pentimento e ha avuto l’ardire di negare perfino le prove che invece venivano sapientemente raccolte in contraddittorio tra le parti.
Non ha consentito a chi si apprestava a giudicarlo di potere prendere in considerazione un epilogo diverso.
Infine voglio esprimere la mia ammirazione e la mia stima per i genitori e il fratello di Roberta, che hanno mantenuto dall’inizio alla fine un comportamento esemplare nonostante fossero stati colpiti da una tragedia immane.
Mai si sono esposti a comportamenti scomposti o ad esternazioni finalizzate alla vendetta nei confronti dell’imputato: hanno sempre chiesto ad alta voce che venisse fatta giustizia per la loro figlia e oggi finalmente è arrivata con questa sentenza di condanna a carico di Pietro Morreale».
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