Dov’è Alessia Piperno? La professionista arrestata in Iran

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Le carceri iraniane sono dei lager di tortura, fisica e psicologica. La nostra connazionale Alessia Piperno, a Teheran per turismo, è stata arrestata senza un apparente motivo e condotta in una località sconosciuta. I genitori sono in pena, appigliati alle notizie scarne della Farnesina, che con difficoltà tenta di scardinare il muro di gomma del regime iraniano sempre più in difficoltà per la marea di proteste che invadono il Paese.

Donne, uomini e intellettuali sono impegnati in una protesta ad oltranza , contro la mortificazione che l’orrendo regime sta provocando nelle nuove generazioni, ormai stanche di subire vessazioni medievali e orribili, contrarie a qualsiasi idea di convivenza civile.

La nostra connazionale finora ha fatto solo una drammatica telefonata di pochi secondi in cui avvertiva i genitori del suo stato. Ma adesso questo silenzio preoccupa, perché le autorità iraniane non si fanno scrupoli e potrebbero mascherare torture e sevizie con motivi sanitari impensabili ed assurdi, come già accaduto. Ci vuole una forte pressione internazionale.

Già Amnesty International sta lavorando ovunque ma non basta, ci vuole, ripeto, una forte pressione internazionale e nazionale perché non è possibile che una cittadina italiana venga rinchiusa in una angusta prigione e nessuno a tutt’oggi sappia realmente cosa sta accadendo. Non è dignitoso, non è giusto, non è umano.
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