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Il libro ci riporta indietro al 29 giugno 1982. Mentre tutta Italia è attaccata alla tv per i mondiali di calcio, un commando mafioso tenta di uccidere il brigadiere Antonino Burrafato, che scampa all’agguato e prova a difendere i suoi figli, Totò e Nicola dalla minaccia delle cosche. Ma è soltanto il sogno di chi ha visto morire il proprio genitore.
“Questa storia è nata durante il periodo del lockdown – spiega Burrafato – quando l’essere confinato a casa mi ha portato a riflettere sulla mia vita, sui miei affetti e sulla storia della mia famiglia. Questo libro è un tributo che offro alla memoria di mio padre, il maresciallo delle guardie penitenziarie Antonino Burrafato, ucciso dalla mafia in un agguato il 29 giugno del 1982. Avrei potuto ricordare la vita di mio padre con un saggio. Ma sarebbe stato sin troppo facile e forse lo sforzo non avrebbe lenito quel dolore che porto dentro da quaranta anni. Così, in mio soccorso è arrivato Nicola, un fratello immaginario. Il suo volto è eguale al mio. E’ stato come guardarmi allo specchio e confessare le mie debolezze”.
Nel racconto di Burrafato, la storia è andata diversamente da come, purtroppo, le cronache raccontano. Nel romanzo, indica il giornalista “mio padre sfugge all’agguato mafioso per un circostanza fortuita, un banale incidente d’auto. Questa circostanza consente a me, ed al mio alter ego Nicola di poter conoscere ancora più a fondo il nostro genitore. Con Nicola, però, avrò, un rapporto sempre difficile, in una continua altalena tra amore fraterno e rivalità. Questo racconto – conclude l’autore – è anche un atto di introspezione sui tanti anni trascorsi alla guida di Termini Imerese, sulle speranze di una città e sulle tante delusioni.
Dopo una carriera in politica e un paio di saggi già pubblicati, Burrafato, giornalista ed editorialista di BlogSicilia, “Tutta un’altra storia è la sua prima opera di narrativa.
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